SSP Italia: + Don Gabriele Amorth

Nel tardo pomeriggio di ieri, 16 settembre 2016, presso il Policlinico Gemelli di Roma ha raggiunto la vita eterna il nostro fratello Sacerdote

DON GABRIELE PIETRO AMORTH
91 anni di età, 69 di vita paolina, 68 di professione religiosa e 62 di sacerdozio

Don Amorth era universalmente noto come esorcista della diocesi di Roma, discepolo del padre Passionista Candido Amantini, a sua volta esorcista alla Scala Santa. Moltissimi i libri da lui pubblicati e tradotti all’estero sul tema del demonio e dei mali spirituali, alcuni anche scritti con le edizioni San Paolo. Innumerevoli le interviste concesse fino a poche settimane fa a giornali e televisioni. Fra le rubriche da lui curate ricordiamo, fra le altre, Dialoghi sull’aldilà sul settimanale paolino Credere e Racconti di un esorcista su Radio Maria. Collaborò anche con Famiglia Cristiana. Ma la sua vita e la sua missione, da fedele discepolo di don Alberione quale egli era e quale si sentiva, vanno ben oltre questa pur lodevole missione e assumono un colore decisamente paolino.

Nato a Modena il 1° maggio 1925 da Mario e Giuseppina, quinto di sei figli maschi, don Gabriele entrò in Congregazione ad Alba il 25 agosto 1947. Cinque anni prima, in piena guerra, aveva avuto a Roma un colloquio privato con il Primo Maestro, che lo folgorò letteralmente. Desideroso fin da bambino di consacrarsi al Signore, infatti, nell’estate del 1942 era stato accompagnato a Roma dal suo parroco di Modena per un primo contatto con degli istituti religiosi. Aveva dapprima bussato alla porta dei Passionisti, ma per un disguido non fu ricevuto. Recatosi, dunque, nella sede romana della Pia Società San Paolo, allora in via di Grottaperfetta, fu accolto personalmente dal Primo Maestro, che ne riconobbe subito la vocazione paolina, invitandolo a terminare gli studi classici e poi a tornare. Gabriele, allora 17enne, in quell’occasione “lucrò” per lui e per i suoi familiari dal Primo Maestro l’inclusione nel famoso “voto di protezione” da questi fatto alla Regina degli Apostoli, che segnò, una volta esaudito (non morì, infatti, nessun membro della nostra Famiglia religiosa nella Seconda Guerra Mondiale), lo scoccare dell’ora per la costruzione dell’imponente santuario, che oggi rappresenta il nostro centro mariano mondiale.

Tornato subito a Modena, dopo l’Armistizio (8 settembre 1943) partecipò alla lotta partigiana in Emilia, che lo portò a rischiare più volte la vita. Questa fase della sua vita, forse meno nota al grande pubblico, è apparsa all’onore delle cronache lo scorso 8 settembre, quando, seppure per interposta persona (un nipote), il Prefetto di Roma Paola Basilone (presente anche l’attuale Ministro della Difesa italiana, Roberta Pinotti) gli ha conferito la Medaglia della Liberazione, riconoscimento dei suoi meriti civili durante l’occupazione nazista.

Terminata la guerra militò nell’Azione Cattolica e si laureò in Giurisprudenza. A cavallo tra il referendum istituzionale (giugno 1946) e le prime elezioni politiche repubblicane (aprile 1948) sfiorò anche la vita politica. Entrato, infatti, nelle fila della Democrazia Cristiana, conobbe Giulio Andreotti e il Servo di Dio Alcide De Gasperi, primo Presidente del Consiglio della Repubblica italiana. Nel 1947 Andreotti lo invitò, riconoscendone le potenzialità, a far parte del gruppo di giovani intellettuali impegnati in politica, che avrebbero preso per mano l’Italia accompagnandola fuori dalle macerie delle guerra. Gabriele, che nel frattempo aveva 22 anni, preferì invece rimanere fedele alla promessa fatta al Primo Maestro e, fatto il suo ingresso in Casa, iniziò subito il noviziato. Visse la gioia della prima consacrazione religiosa l’8 settembre 1948 ad Alba, che confermò in perpetuo esattamente tre anni dopo. I formatori, nelle loro relazioni, non mancarono di sottolinearne un grande “attaccamento alla casa”, la sua “molta applicazione in apostolato” e la “profonda vita interiore”. Il 24 gennaio 1951 venne ordinato sacerdote a Roma per l’imposizione delle mani di mons. Ilario Roatta.

Ad Alba don Amorth si occupò delle vocazioni adulte (1954-1956) e fu professore presso il nostro liceo (1956-1958). Le sue doti di animatore spirituale, evidentemente, superarono le mura del convento albese e raggiunsero la grande Milano: una lettera del 31 dicembre 1957 a firma del P. Agostino Gemelli, fondatore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e indirizzata a don Alberione richiese la sua presenza nel capoluogo lombardo come assistente ecclesiastico per gli studenti diurni. La cosa non andò, però, in porto. Uomo eclettico, don Gabriele si occupò in quegli anni anche di comunicazione, come mostra il fatto che nel 1958 gli fu chiesta, su incarico dell’Arcivescovo di Bologna, Mons. Giacomo Lercaro, una consulenza al quotidiano bolognese L’avvenire d’Italia, che 10 anni dopo confluirà insieme a L’Italia di Milano nell’attuale quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana Avvenire.

Dal 1959 al 1976, aiutato inizialmente da suor Felicina Luci FSP, fu chiamato da don Alberione a occuparsi dell’Istituto Maria Santissima Annunziata, al tempo della sua vivace epoca fondazionale. Fu un tempo molto fecondo per le sorelle Annunziatine, che, forti dell’entusiasmo degli inizi, crebbero di numero in tutta Italia, prima di diffondersi anche all’estero. Nel 1976 l’allora Superiore generale, don Raffaele Tonni, lo nominò Delegato della Provincia Italia, ruolo che svolse per quasi due anni e che non fu privo di fatiche. Dopo un breve periodo di guida dei Cooperatori Paolini (1978-1980) assunse poi, da esperto mariologo qual era, la direzione del mensile Madre di Dio. Innamorato della Madonna e penna sagace, condusse egregiamente il giornale per otto anni. È significativo che l’ultimo libro da lui scritto sia dedicato proprio alla Madre di Dio (Il mio rosario, Edizioni San Paolo). Non mancò neanche in quel tempo la sua convinzione, sempre pubblicamente espressa, sulla veridicità delle apparizioni mariane di Medjugorie, iniziate nel giugno del 1981, idea che mantenne fino alla fine. Nel 1985, infine, il Cardinal Vicario di Roma Ugo Poletti lo nominò esorcista della diocesi di Roma, incarico che ha mantenuto lungo tanti anni, esercitando con fedele dedizione questo delicato ministero, unendolo a innumerevoli incontri di preghiera in tutto il mondo.

Don Gabriele è sempre stato un uomo dolce, affabile, accogliente, pur nella schiettezza che lo caratterizzava. Aiutato da una connaturale simpatia, usava un tono quasi canzonatorio verso chi lo visitava ed era capace di sdrammatizzare ogni situazione. Un arresto cardio-circolatorio causato da precedenti problemi polmonari ne ha causato il decesso. Ora che si è riunito in cielo al nostro Fondatore, non possiamo che affidargli la vita e la missione della Provincia Italia, Circoscrizione Madre della nostra Congregazione, nei giorni in cui essa vive la Visita di verifica del Governo generale.

 

Roma, 17settembre 2016
Don Stefano Stimamiglio

 

I funerali si svolgeranno lunedì 19 settembre alle ore 15 (ora locale) presso la Parrocchia-Santuario Santa Maria Regina degli Apostoli in Roma. Le sue spoglie riposeranno nel cimitero Laurentino di Roma.

I Superiori di Circoscrizione informino le loro comunità per i suffragi prescritti (Cost. 65 e 65.1).