Oggi, 12 dicembre 2011, alle 23.27 ora locale, nell’Ospedale Sagamihara (Kanagawa – Giappone), il Signore ha chiamato a sè la nostra sorella,
SUOR M. JOLANDA – ERIKO AGATA FURUKAWA
NATA A TABIRA, NAGASAKI L’11 SETTEMBRE 1940.
Battezzata a pochi giorni dalla nascita Agata riceve dai genitori, e dalla mamma in particolare, un’educazione orientata dai valori del Vangelo. In una lettera autobiografica racconta le birichinate d’infanzia e adolescenza e anche l’impegno a catechizzare i coetanei “pagani”. “Quando mi chiedevano qualcosa della mia Religione mi piaceva insegnarglielo, scrive, per esempio la vita di Gesù, così come la mamma lo insegnava a me. E quando non sapevo qualcosa lo chiedevo alla mamma così il giorno dopo potevo insegnarlo”. In occasione della Prima comunione si affaccia in lei l’idea della vita religiosa. Realizza questo ideale all’età di 18 anni, quando il 21 marzo 1958, attirata dall’adorazione eucaristica, entra tra le aspiranti delle Pie Discepole del Divin Maestro, nella città di Fukuoka. La sua scelta non trova resistenza in famiglia. I suoi genitori infatti ebbero nove figli e, tra questi, ben cinque abbracciarono la vita consacrata: un fratello sacerdote trappista, una Suora del Sacro Cuore, una Figlia della Carità e una che la seguì tra le Pie Discepole, ricevendo per la professione il nome di Sr. M. Agata.
Viene inviata a Roma per il noviziato, che inizia il 24 marzo 1961 e termina con la Prima professione il 25 marzo 1962. Si caratterizza per la giovialità estroversa tanto che le sue compagne di noviziato le pronosticano che riceverà come nome di Professione “Pasqualina” perché dicono che il suo spirito pare trasudare gioia pasquale. In-vece il suo nome nuovo è Maria Jolanda. Trascorre il tempo dei voti temporanei in Italia: a Roma frequenta il Pontificio Istituto di musica sacra e l’Istituto d’arte statale dove si qualifica nell’arte della ceramica; a Firenze studia violino e viola al conservatorio. Il 25 marzo 1967, ancora a Roma, emette la Professione perpetua. Nel 1970 rientra a Tokyo, ma l’anno successivo è di nuovo a Roma, nella comunità RA, per dare il suo contributo al Centro di Apostolato Liturgico. Nel 1972 è nella comunità di Santa Maria Maggiore (Roma) impegnata nel laboratorio di confezione, servizio che continua a svolgere anche Milano nella comunità RA.
Nel 1979 ritorna definitivamente in Giappone: inviata a Tokyo RA e DM, e poi a Osaka svolge il suo apostolato nel laboratorio di confezione. Ritornata a Tokyo, per un breve periodo (1981-1985) le vengono affidate le aspiranti che segue con attenzione, preoccupata soprattutto di trasmettere loro lo spirito che anima la Congregazione e che lei, con gratitudine, dice di aver appreso in Italia. Mette quindi a disposizione delle sorelle la sua padronanza della lingua italiana: si impegna nella traduzione delle Circolari della Superiora generale e di altri comunicati. Tra-duce la storia della Congregazione e alcune parti della pubblicazione interna “Discepole nel mondo” con il desiderio di raccogliere, in un piccolo libro, tutto ciò che di Madre Scolastica si scrive.
Ben presto, però, si manifestano i sintomi del reumatismo articolare che combatte con coraggio e tanto spirito apostolico. È sottoposta a numerosi interventi chirurgici ma, con il progredire della malattia, le condizioni generali di salute si complicano. Non perde tuttavia il suo desiderio di trasmettere il bene ricevuto e continua a tradurre per le sorelle e le nuove generazioni la parola del Fondatore e altri testi fondazionali. Quando trova un po’ di sollievo dal dolore, nonostante abbia le dita delle mani tutte rattrappite per la malattia, munita di due bastoncini continua a battere sulla tastiera del computer, così da progredire nel suo progetto: pubblicare in giapponese quanto più è possibile su Madre Scolastica. In questi ultimi tre anni è completamente assistita, con amorevole cura, dalle sorelle che, a turni, la sostengono in questo apostolato della sofferenza. E, quando è costretta al ricovero ospedaliero, incontrando persone non cattoliche non si lascia sfuggire l’occasione di raccontare ciò che lei vive, sostenuta dall’Eucarestia, continuando a dare testimonianza con il suo carattere aperto e allegro. Con grande lucidità si è preparata all’incontro definitivo con il Signore che viene: ricevuto il Sacramento dell’unzione degli infermi, alla presenza della Superiora provinciale e altre consorelle, ha voluto rinnovare i voti religiosi con le sue compagne di noviziato giapponesi, che si stanno preparando a celebrare il 50° anniversario di professione, nel marzo del 2012.
Così, mentre la Chiesa invoca: “Vieni Signore Gesù”, lei è andata incontro allo Sposo con la lampada accesa, in fedeltà gioiosa, così come ha vissuto.