Carissimi,
ci giunge la notizia che ieri sera, verso le ore 23 (ora locale), presso l’ospedale Koshikawaa per cure palliative di Tokyo, il Cristo risorto ha chiamato a vivere per sempre nella sua gioia, la nostra sorella
YONETAKE Yoshiko sr M. BERTILLA
nata a Sendai (Giappone) il 26 giugno 1933
È bello ricordare sr M. Bertilla mentre, con alcuni rami di “sakura”, fiore simbolo della cultura giapponese, intona una canzone popolare con la bella voce ricevuta in eredità dalla mamma, cantante d’opera. Con senso umoristico, questa cara sorella raccontava la storia della propria vocazione sbocciata all’età di tre anni, quando ebbe l’occasione d’incontrare una suora con l’abito nero che le rimase per sempre impressa nel cuore. La sua famiglia gestiva una libreria e sr M. Bertilla amava sottolineare di essere nata proprio in una libreria. A venticinque anni d’età, fu colpita dalla lettura di un opuscolo vocazionale e dalla visita alla comunità delle Figlie di San Paolo dove incontrò delle suore che lavoravano alle macchine da stampa mentre pregavano il rosario. Ne fu quasi folgorata ed entrò subito in congregazione: era il 28 luglio 1959.
Fin dal tempo di formazione, il comportamento davvero originale, stupiva le formatrici e le superiore ma il suo cuore buono e il desiderio di consacrarsi al Signore ebbero il sopravvento: a conclusione dell’anno di noviziato, il 30 giugno 1963 emise, a Tokyo, la prima professione. Con le altre sorelle, si concentrò sulla diffusione capillare presso scuole, biblioteche, collettività. E nonostante la fatica, svolse questa missione con vero spirito di sacrificio e gioia. Nel 1977 scriveva alla superiora generale: «Ringrazio sempre il Signore per avermi chiamata tra le Figlie di San Paolo… Negli esercizi, ho avuto dal Signore un’illuminazione particolare: Beati i puri di cuore perché vedranno Dio: se i miei occhi sono puri, potrò sempre vedere nelle sorelle e in tutte le persone Dio. E così potrò realizzare le parole di M. Tecla: Fare un piccolo paradiso su questa terra».
Con questo desiderio nel cuore, in risposta a un appello della superiora generale, si offerse per aiutare le comunità che avevano particolari necessità. La sua preferenza andava verso il Perù dove già operavano altre sorelle giapponesi. Con entusiasmo, nel 1977, si inserì nella comunità di Lima (Perù) dove si impegnò per apprendere una lingua certamente per lei non facile. Ma il suo carattere allegro, l’amore al canto e alla danza, alleviavano le difficoltà che incontrava in una cultura tanto diversa dalla propria. Raccontava di aver pianto di commozione quando, seduta sul lungomare dei sobborghi di Lima, s’accorse che il Giappone era esattamente dall’altra parte del globo.
A Lima, ad Arequipa (Perù) e a La Paz (Bolivia) si dedicò, con generosità e amore, al compito di vocazionista, al servizio della libreria, alla gestione del magazzino. Nell’anno 2000 rientrò in Giappone per assistere la mamma gravemente ammalata. Proprio in quel tempo scrisse alcune pagine commoventi sulla conversione dei genitori che ricevettero il battesimo per continuare ad essere con la figlia anche dopo la morte. Con sua grande soddisfazione, al battesimo vennero chiamati: Paolo e Tecla. Ripensando alle tante grazie di cui il Signore l’aveva arricchita, sr M. Bertilla scriveva: «Nel mio cuore si diffonde solo il grazie, grazie a tutti…».
Nel 2003, dopo la morte della mamma, volle ritornare in Perù, ma per breve tempo. Al rientro in Giappone, fu inserita per otto anni nella comunità di Sendai e nel 2013 ritornò a Tokyo dove fu sottoposta all’intervento chirurgico all’anca. Lo scorso anno, le venne diagnosticato un tumore al seno per il quale non si poteva più intervenire. Ha vissuto gli ultimi mesi in un ospedale per cure palliative continuando a irradiare serenità e umorismo.
In questa XIII Domenica del T.O., le parole del Maestro divino sono davvero consolanti: «Chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà…». Sr M. Bertilla ha accolto l’invito a perdere per guadagnare. E ora, siamo certe, godrà la luce che non tramonta insieme ai suoi carissimi genitori.
Con affetto.
sr Anna Maria Parenzan
Roma, 28 giugno 2020.