PDDM Giappone: Sr. M. Stella Doi

Nazione di nascita: Corea del Nord
+ 08/05/2015 Tokyo

Carissime Sorelle,
Ieri, 8 maggio 2015, alle ore 22.20 locali, nella casa di cura “Komatsubara-en” (Tokyo), il
Signore ha introdotto nel gaudio del Cielo la nostra sorella

SR. M. STELLA WAKA JULIANA DOI
Nata a Singhi-Syu (Corea del Nord) il 4 luglio 1923.

Per ricostruire il cammino “speciale” di questa prima sorella giapponese ci viene in aiuto il racconto della sua vita, conversione e vocazione pubblicato su LA VITA IN CRISTO E NELLA CHIESA, (dic. 1957 e gen. 1958) dal titolo: GUARDAVO la mia stella! Nasce in Corea del Nord dove i genitori si erano trasferiti dal Giappone 40 anni prima dello scoppio della II guerra mondiale. Due sorelline e un fratello morirono in giovanissima età, lei, Waka, pur delicata di salute, trascorre felice la sua infanzia.
Racconta: “La mia camera era piccola, ma aveva una grande finestra. Una sera ero in camera e guardavo il cielo; vidi una stella; mi pareva più bella di tutte le altre e sembrava volesse dirmi qualcosa. – Che cosa vuoi? – Le domandai – Chi sei? – O piccina, piccina mia! Io conosco il tuo futuro. Avrai tante pene nella tua vita. Ma io sarò sempre con te, ti voglio tanto bene. – Piansi a lungo seduta sul mio letto; e, d’allora in poi, ogni sera guardavo la mia stella, le parlavo, l’ascoltavo. Non sapevo che cosa volesse dire pregare e non sapevo pregare. Ma ogni sera prima di andare a letto pregavo a modo mio”.
Il Giappone perde la guerra e i giapponesi devono lasciare la Corea: “Io diedi l’addio alla casa, al violino, al pianoforte, alla Corea, terra della mia nascita, a tante cose belle e necessarie”. Sbarcarono a Fukuoka, dopo un mese di viaggio in cui molti bambini morirono per mancanza di cibo e di acqua. Qui si separò dai genitori giacché era stata assunta in un ufficio della Base militare americana dove ha lavorato dal 1945 al 1949. La conoscenza della Base americana, anche in seguito, ha portato benefici e aiuti alla nascente Famiglia Paolina. Ed è stata anche, per la giovane Waka, una via per giungere alla fede. Il Sergente Wright le ha fatto conoscere Padre Martin che la avviò alla vita cristiana. Nel primo incontro le chiese: “Non hai mai pensato a Dio? – Credo che c’è Dio ma non lo conosco. – Vuole conoscerlo? «Le
parole del Padre mi misero nell’anima un vero desiderio di conoscere Dio. … Continuai ad andare da lui per sei mesi e mi spiegò il catechismo della Chiesa cattolica. Poi mi mandò dal parroco, perché mi istruisse altri sei mesi in preparazione al Battesimo. Parlai al parroco della mia stella. – Tu credi che quella stella sia Dio? No, credo che c’è un solo Dio, che vede tutto, sa tutto ed è in tutti i luoghi. Io l’ho sempre pregato per mezzo di quella stella che la sera brilla luminosa e la mattina rimane in cielo accanto alla luna. Sai – mi disse – quella stella è figura della “Stella Mattutina” cioè della Madonna, la Madre di Dio. Che gioia! Era dunque la Madonna che mi aveva detto. “… sarò sempre con te”. Ella mi aveva protetta e guidata! Il mio cuore era colmo di riconoscenza. Il 16 aprile 1949, sabato santo, ricevetti il
Battesimo, assieme ad altre 11 persone, dal Vescovo Mons. Fukaori». Le fu dato il nome di Juliana. A Pasqua ricevette per la prima volta l’Eucaristia.
Attraverso un’amica, che prestava servizio a due padri missionari italiani, apprese che sarebbero venute in Giappone delle suore chiamate Pie Discepole del Divin Maestro. Anche lei ottenne di lavorare per i Padri i quali le descrissero la vita di queste suore e il loro spirito. Lei ne parlò al parroco il quale le fece presente: “Gli inizi sono duri, incontrerai sacrifici che non potrai sopportare”. “Questo è un motivo in più per scegliere proprio questo Istituto. Nella mia vita ho fatto così pochi sacrifici. Come potrò ricompensare Gesù della bontà che mi ha usato? Troppo tardi l’ho conosciuto! Devo amarlo nella donazione totale e nel sacrificio”, rispose. Il 26 novembre 1949, assieme a un’altra ragazza, che diverrà Sr. M. Scolastica, va a vivere a Fukuoka presso i Paolini, in attesa dell’arrivo delle Pie Discepole che
giungeranno nel maggio del 1950. Viene presto inviata in Italia per il noviziato. Il sacerdote paolino, Don Angelo Castellotto che l’aveva accompagnata, si premura di presentarla: “Questa ragazza sa sopportare il dolore e le sofferenze morali in un modo straordinario”.
Emette la Prima professione il 25 marzo 1952, ad Alba (CN), e riceve il nome di “Stella” a memoria della storia dell’amore di Dio verso di lei. Tornata subito in Giappone è di grande aiuto alle sorelle missionarie: si dedica alle traduzioni, alla formazione delle giovani, mette a servizio la sua sensibilità artistica, iniziando l’apostolato della pittura e contribuendo a mettere le fondamenta dell’apostolato.
Emette la Professione perpetua in Giappone, a Tokyo, il 25 marzo 1957. Nella sua domanda per i voti perpetui esprime: “Confido che il Divin Maestro, il mio sposo eterno mi accolga …” (3 gennaio 1957). Nel 1970 viene inviata in Corea del Sud, dove trova già alcune sorelle provenienti dall’Italia, per iniziare con loro la nostra presenza in quella Nazione e vi rimane fino al 1975. Torna, per alcuni anni, in Italia, applicata al disegno e alla serigrafia a Milano.
Nel 1979 le viene chiesto un contributo missionario ulteriore e parte per gli Stati Uniti dove svolgerà il suo ministero di sacrestana nella Cattedrale di Los Angeles. In occasione della beatificazione del Beato Timoteo Giaccardo verrà a Roma e quindi, nel 1989, tornerà definitivamente in Giappone. Collaborerà nella cattedrale di Osaka, quindi ancora a Tokyo e nel Centro Apostolato Liturgico a Fukuoka.
Aveva in dono una grande profondità spirituale che sapeva tradurre nella vita di ogni giorno. Scriveva a Madre Scolastica: “Per me le ore più care e più aspettate sono: l’Adorazione Eucaristica, i tempi dell’esame di coscienza, della Confessione e la comunione con Lui anche nel lavoro. Se la vita spirituale cammina bene, la mia vita è sempre serena, voglio bene a tutte le sorelle. I caratteri sono tutti diversi, perciò ognuna è preziosa tra noi e davanti a Dio. La mia famiglia era pagana, io ero l’unica figlia, ma ho mandato i miei genitori in Paradiso con il battesimo. Perciò ho fatto distacco da tutto: non c’è più la mia casa e patria, non c’è niente su questa terra: così sono libera da tutti/o. Ma più difficile è il distacco da me stessa. Perciò, per favore, preghi per me, per la mia conversione quotidiana” (5 febbraio 1978).
Considera la sua esperienza missionaria come un tesoro grande della sua vita e la ricorda con riconoscenza. Anche nella sua anzianità continuerà a vivere con cuore missionario. A Madre Tecla nel Natale 2006 scrive: “Ringrazio il Signore che tutta la mia vita è stata piena di gioia: in Italia, Corea, USA, Giappone. Tutto il mondo è mia patria, tutte le Pie Discepole sono le mie sorelle, anche non avendo famiglia e patria di nascita. Ci uniamo poi tutte in paradiso!”.
“Con la mia età, 85 anni fisicamente diminuiscono le forze. Come missione non vado fuori, ma attorno alla nostra casa ci sono case di anziani. La gente viene a pregare anche se non sono cristiani. Sto insegnando il modo di pregare; ogni volta regalo un biglietto piccolo, con scritta una frase della Parola di Dio. Questo è il mio lavoro e missione. (a Sr. M. Regina Cesarato, Nome di Maria 2008).
In un altro bigliettino, sempre di ringraziamento per gli auguri dell’onomastico, senza data dice: “Nome di Maria: oggi ho messo tante intenzioni, per i pagani in Oriente, specie in Giappone, per la cara Madre Generale, per le comunità del Giappone e per la funzione della Domus Dei”.
Per ricevere un’adeguata assistenza sanitaria trascorre gli ultimi tre anni in una casa di cura, a Komatsubara-en (Tokyo). Anche qui è amata da tutti e le sorelle del Giappone l’accompagnano con la loro assidua vicinanza, come pure i Fratelli paolini. Fino a quando le forze fisiche glielo consentono è solita cantare inni a Maria, Madre di Gesù, associando altre persone. Così, nella semplicità della forma e nell’essenzialità della vita, ha potuto ancora irradiare Gesù e dare la sua testimonianza di fede!
Sr. M. Stella, ora che puoi vedere da vicino Maria, Stella Mattutina, e rendere lode a Dio per l’immenso amore sperimentato nella tua storia di discepola amante dello Sposo, tieni ancora il tuo sguardo compassionevole rivolto alla terra, specialmente alla Corea, al Giappone e a tutto l’Estremo Oriente!


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