PDDM Italia: Sr. M. Ernesta Bearzotti

Nazione di nascita: Italia
+ 04/01/2011 Albano

Carissime sorelle,
al concludersi di questa giornata, 4 gennaio 2011, illuminata dal mistero dell’Incarnazione del Verbo, alle ore 20.00, nella Comunità DM di Albano Laziale (Roma) è tornata alla Casa del Padre la nostra sorella

SUOR M. ERNESTA – ANNAMARIA BEARZOTTI
nata a Palmanova Jalmicco (Udine) il 18 gennaio 1914.

È la prima sorella del nuovo anno a passare all’eternità e porta il coro delle Discepole del cielo a 362, presenza ormai numerosa abilitata all’intercessione continua per tutte noi, specie per il prossimo 8° Capitolo generale. Nel lontano 1932 Anna Maria, diciottenne, il 6 novembre entra ad Alba (CN). Proviene dal Friuli Venezia Giulia, una regione italiana con peculiarità specifiche per la sua posizione geografica, la sua popolazione, la sua storia e la sua cultura. Confina a nord con l’Austria e a est con la Slovenia. È abitata da popolazioni autoctone di lingue neo latine, slave e germaniche. Anna Maria, con la sua personalità aperta e ricca, porta in Casa le caratteristiche della sua gente. Dopo l’anno di noviziato, vissuto ad Alba, emette la professione religiosa il 20 agosto 1935 e i voti perpetui il 20 agosto 1941, sempre ad Alba, dove inizia poi la sua missione apostolica. Sarà quindi a Bordighera e in seguito, per due anni, vive la comune missione paolina di diffusione del Vangelo a Bordeaux (Francia). Rientrata a Bordighera si occupa dei servizi vari alla comunità. Nel 1943 è inviata a Firenze, la città che la vedrà presente per il maggior numero dei suoi anni. La missione è ancora “propaganda” e cucina. Nel 1951 torna ad Alba e si dedica alla sartoria ecclesiastica, apostolato che compirà per la maggior parte della sua vita. Dopo un breve periodo a Roma, nel 1959 è nuovamente a Firenze. Il lavoro di sartoria non le impedisce di tessere relazioni con i benefattori ai quali voleva procurare l’occasione di compiere un’opera di bene. Lei riceveva ma anche dava: interessamento, preghiera, parole di consolazione per cui quando Sr. M. Ernesta non compariva, magari per un augurio natalizio, era attesa e cercata. Il suo volto sempre sorridente, la sua tenacia e la convinzione che le persone, in possibilità, devono impegnarsi a condividere, smorzavano anche le resistenze di persone ricche e altolocate.
Nel 1972 si è sentita in dovere di chiedere un’assenza dalla comunità per assistere il fratello sacerdote colpito da una lunga e grave infermità. Lo assistette fino alla morte, con il beneplacito del Vescovo che sollecitava la vicinanza della sorella, come una grande opera a favore del sacerdote in necessità. Rientrò in comunità, in un primo tempo a Trento, e poi ancora nella casa di Firenze. Sr. M. Ernesta trasmetteva nelle conversazioni quotidiane la fede e le convinzioni profonde che la animavano. I suoi scritti sono pieni del nome di Gesù. “Gesù la ricolmi di ogni bene… tocca a noi far conoscere e amare Gesù. Potessi amare Gesù senza confini come Lui mi ha amata e scelta. Quando penso che il mio amore è tanto piccolo gli dico: accettami come sono, se tu non mi dai io sono un niente. Dico a Gesù di non dimenticare l’anima mia e di darci le grazie giornaliere per amarlo sempre meglio” (lettere varie). In prossimità di un Capitolo generale, forse del 1981, scrive: “Sono tanto vicina con le mie povere preghiere affinché il Capitolo sia ‘integrato’ sempre meglio sulla volontà di Dio e del nostro caro Fondatore che tanto amava le Pie Discepole. Lui diceva che noi dobbiamo essere come le formiche che dappertutto sono laboriose…”. Coglieva ogni occasione per parlare esplicitamente di Gesù, per annunciarlo senza reticenze. Oltre che con le parole, per lei la comunicazione scaturiva dal suo volto sorridente, dal suo sguardo luminoso con l’apparente ingenuità e semplicità dei fanciulli, nello spirito evangelico.
Sr. M. Cecilia Cantamessa, medico e superiora della comunità di Albano, scrive: “Ha sempre goduto ottima e “dolomitica” salute, consumata instancabilmente per “l’annuncio del Vangelo”, in ogni luogo e situazione. Nel 2006, per la sua età avanzata, fu accolta nella casa di Albano, dove subito manifestò il desiderio di voler percorrere le strade dei Castelli romani per il Vangelo. Una frattura di femore, ben presto, la rese del tutto e definitivamente dipendente. Due carcinomi, del seno e poi della guancia sinistra, con relativi trattamenti, cambiarono completamente la modalità del suo apostolato! Sr. M. Ernesta seppe trasformarsi gradualmente in “sentinella” che, giorno e notte, “grida” verso il Signore intercedendo per l’intera umanità e per i presbiteri in particolare, fino al dono totale e ultimo della sua esistenza”. Sr. M. Ernesta, che ora godi la contemplazione del volto di Gesù, ricordati di noi!


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