Desidero ascenda il mio canto
a Paolo maestro e dottore:
desidero aprirgli umilmente
i voti del cuore.
Dal dì della via di Damasco
al vespro di Roma cruento
quali voli compisti, o maestro!
ch’io t’emuli attento.
Vo’ leggerti ognora negli alti
messaggi trasmessi alle genti:
ch’io giunga a gustarne gli eterni
mirabili accenti.
Concedimi, o Paolo, ch’io sappia
formarmi un pensiero profondo;
concedimi teco una larga
visione del mondo.
Maestro, che desti un messaggio
d’un alto e solenne mistero,
ti chiedo un reale e sapiente
possesso del vero.
Vorrei che mia vita intendesse
che cosa significhi «amore»:
tu infatti tenesti a cantarlo
quel sommo valore.
Ti prego, buon Padre, nell’ardue
battaglie m’infondi vigore:
accrescimi ognora la fede,
la speme e l’amore.
Io nutro gioiosa speranza
di compiere un retto cammino:
te, Paolo, io assumo qual guida
al regno divino.