DEDICAZIONE DEL SANTUARIO-BASILICA
REGINA DEGLI APOSTOLI IN ROMA
Da una meditazione del servo di Dio Giacomo Alberione, sacerdote
(«Carissimi in San Paolo», pp. 1349-1350)
Il Santuario è il cuore di tutta la Famiglia Paolina
Maria non è solo la Regina in ogni casa; ma ne è la Maestra, sempre presente, sempre sollecita, sempre clementissima.
Risponde pienamente a tale pensiero quanto è stato pubblicato: «La devozione paolina alla Regina degli Apostoli ha una parte larga e insostituibile nella formazione umana e apostolica di ogni membro. Il posto che la forma della pietà paolina assegna alla Vergine Santa è ampio ed evidente».
Una delle prime sorprese per coloro che entrano in Congregazione è forse quella di dover iniziare e chiudere la giornata recitando cinquanta volte l’invocazione «Vergine Maria, Madre di Gesù, fateci santi», recita che si svolge proprio durante le estreme operazioni del giorno, la levata e la messa a letto per il riposo. Identica meraviglia suscita senza dubbio la frequente e varia invocazione a Maria fatta da tutti ad alta voce nelle ore di « apostolato», tra il fragore dei macchinari. Altra cosa davvero interessante, dal punto di vista mariano, è il veder muoversi i gruppi dei giovani in file silenziose, da un locale all’altro, tenendo in mano la corona e recitando il Rosario anche in questi minimi intervalli di tempo. Sono indici di una pietà mariana profondamente voluta, e che permea di sé la giornata paolina, creando un’atmosfera tipica in cui la devozione a Maria è sentita in una misura eccezionale.
La cosa ha un profondo valore teologico e una notevole efficacia pedagogica. Gesù Maestro ci è stato dato da Maria Vergine: ed è perciò solo in una atmosfera chiaramente mariana che si otterrà quell’intimo contatto col Maestro Divino che è lo scopo fondamentale della nostra vita.
Realmente è stato inteso così quando è stata inculcata senza requie la devozione alla Vergine Santa. E il pensiero del Primo Maestro si è espresso ora in forma sensibilissima nel tempio alla Regina degli Apostoli in Roma, consacrato a conclusione dell’anno mariano. Questo Santuario, intitolato alla Regina degli Apostoli, sorge al centro delle case paoline e viene a costituire il cuore di tutta l’istituzione.
Le varie famiglie residenti a Roma vi si portano lungo tutta la giornata e anche nelle ore notturne, nella meravigliosa cripta, per il contatto con il Maestro vivente nel Tabernacolo. La realtà simpaticissima è questa: le famiglie paoline vanno a ricevere Gesù nel Santuario, dal seno della Vergine Madre.
Quel capolavoro architettonico che è il Santuario alla Regina degli Apostoli crea infatti uno splendido ambiente mariano.
Il Tabernacolo dove siede il Maestro nasce su un altare da cui prende le mosse una solenne celebrazione artistica della Vergine: da un lato è la comparsa dell’Immacolata, in contrasto col peccato d’origine; dall’altro lato Maria emerge dalla creazione, «primogenita ante omnem creaturam», quasi capolavoro del Creatore, quasi fiore dell’universo: un bel fiore scolpito vicino alla Vergine sottolinea infatti questo pensiero. Dal fiore il frutto: nel Tabernacolo troviamo infatti il frutto del seno della Vergine, Gesù, il formatore degli uomini.
Ora il compito della Vergine-Madre è quello di far nascere e formare gradualmente Gesù anche in tutti coloro che devono «rendersi conformi all’immagine del suo Figlio».
Maria ci sta dinnanzi come Madre e Maestra, per darci saggio meraviglioso di come si diventa veri «discepoli» di Cristo, e per guidarci a costruire la persona sulla forma del Verbo. Maria infatti è l’esemplare supremo del discepolato, come ci afferma chiaramente sant’Agostino: «Per Maria valse di più l’essere discepola di Cristo che non l’esserne Madre; fu per lei cosa più felice l’esserne discepola che Madre. Per questo Maria era beata, perché anche prima di dare alla luce, aveva portato nel suo seno il Maestro».
È un pensiero a cui san Bernardo darà ampio svolgimento, per guidarci a studiare le mirabili disposizioni della « discepola » perfetta dell’Altissimo.
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