Ufficio delle letture

INNO

O eterna Sorgente d’amore
da te ogni cosa fluisce;
per te anche il nome fiorisce
di Giacomo tuo strumento.

La notte che avvolge due secoli
si accende a metà del suo corso:
di luce divina risplende
il volto del santo tuo servo.

E ancor nella notte del dubbio
è un’onda di luce la voce:
“Io sono con voi. Non temete!
Vivete con me nella pace”.

Lo sguardo rivolto a Maria,
formato alla scuola di Paolo,
il “padre” che a noi hai donato
addita il Maestro e il Pastore.

Fedeli al tuo “patto” d’amore,
la luce dell’Ostia accogliamo;
nutriti del Verbo annunciamo
a tutti il Vangelo che salva.

A te, Dio Padre, sia gloria,
onore al Maestro e Pastore,
al Santo Paraclito amore
nel tempo e nei secoli eterni.

 

Antifone, salmi e versetto dal Comune dei Pastori.

 

PRIMA LETTURA
1Cor 2,1-16

Dalla prima lettera ai Corinti di san Paolo, apostolo

Fratelli, quando venni tra voi, non mi presentai ad annunziarvi la testimonianza di Dio con sublimità di parola o di sapienza. Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e questi crocifisso. Io venni in mezzo a voi in debolezza e con molto timore e trepidazione; e la mia parola e il mio messaggio non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio.
Tra i perfetti parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo che vengono ridotti al nulla; parliamo di una sapienza divina, misteriosa, che è rimasta nascosta, e che Dio ha preordinato prima dei secoli per la nostra gloria. Nessuno dei dominatori di questo mondo ha potuto conoscerla; se l`avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria. Sta scritto infatti:
Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì,
né mai entrarono in cuore di uomo,
queste ha preparato Dio per coloro che lo amano (Is 64,4).
Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio. Chi conosce i segreti dell’uomo se non lo spirito dell’uomo che è in lui? Così anche i segreti di Dio nessuno li ha mai potuti conoscere se non lo Spirito di Dio. Ora, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere tutto ciò che Dio ci ha donato. Di queste cose noi parliamo, non con un linguaggio suggerito dalla sapienza umana, ma insegnato dallo Spirito, esprimendo cose spirituali in termini spirituali. L’uomo naturale però non comprende le cose dello Spirito di Dio; esse sono follia per lui, e non è capace di intenderle, perché se ne può giudicare solo per mezzo dello Spirito. L’uomo spirituale invece giudica ogni cosa, senza poter essere giudicato da nessuno.
Chi infatti ha conosciuto il pensiero del Signore
in modo da poterlo dirigere? (Sap 9,13; Is 40,13).
Ora, noi abbiamo il pensiero di Cristo.

 

RESPONSORIO
Cf 1Cor 1,21-25

R. E’ piaciuto a Dio di salvare i credenti con la stoltezza della predicazione. * Noi predichiamo Cristo crocifisso.

V. La stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, la debolezza di Dio è più forte degli uomini:

R. Noi predichiamo Cristo crocifisso.

 

SECONDA LETTURA 

Dall’opera autobiografica “Abundantes divitiae gratiae suae” del beato Giacomo Alberione

(Ed. San Paolo, Roma, 1998, nn. 13-20).

 

Una particolare luce venne dall’Ostia santa

 

La notte che divise il secolo scorso dal corrente [il secolo XIX dal secolo XX] fu decisiva per la specifica missione e spirito particolare in cui sarebbe nato e vissuto il suo futuro apostolato. Si fece l’adorazione solenne e continuata in Duomo (Alba), dopo la Messa solenne di mezzanotte, innanzi a Gesù esposto.
Aveva letto l’invito di Leone XIII a pregare per il secolo che incominciava. Il Papa parlava delle necessità della Chiesa, dei nuovi mezzi del male, del dovere di opporre stampa a stampa, organizzazione ad organizzazione, della necessità di far penetrare il Vangelo nelle masse, delle questioni sociali.
Una particolare luce venne dall’Ostia santa, maggior comprensione dell’invito di Gesù “venite ad me omnes”; gli parve di comprendere il cuore del grande Papa, gli inviti della Chiesa, la missione vera del sacerdote. Si sentì profondamente obbligato a prepararsi a far qualcosa per il Signore e gli uomini del nuovo secolo con cui sarebbe vissuto.
Ebbe senso abbastanza chiaro della propria nullità, ed insieme sentì “vobiscum sum usque ad consummationem saeculi” nell’Eucaristia, e che in Gesù-Ostia si poteva aver luce, alimento, conforto, vittoria sul male.
Vagando con la mente nel futuro gli pareva che nel nuovo secolo anime generose avrebbero sentito quanto egli sentiva. Aveva già egli confidenze di compagni chierici; egli con loro, loro con lui, tutti attingendo dal Tabernacolo.
La preghiera durò quattro ore dopo la Messa solenne: che il secolo nascesse in Cristo-Eucaristia; che nuovi apostoli risanassero le leggi, la scuola, la letteratura, la stampa, i costumi; che la Chiesa avesse un nuovo slancio missionario; che fossero bene usati i nuovi mezzi di apostolato; che la società accogliesse i grandi insegnamenti delle encicliche di Leone XIII, specialmente riguardanti le questioni sociali e la libertà della Chiesa.
L’Eucaristia, il Vangelo, il Papa, il nuovo secolo, i mezzi nuovi, la necessità di una nuova schiera di apostoli gli si fissarono così nella mente e nel cuore, che poi ne dominarono sempre i pensieri, la preghiera, il lavoro interiore, le aspirazioni. Si sentì obbligato a servire la Chiesa, gli uomini del nuovo secolo e operare con altri, in organizzazione.

 

RESPONSORIO
Ef 3, 8-10

R. A me, che sono l’infimo di tutti i santi, è stata concessa questa grazia di annunziare ai Gentili le imperscrutabili ricchezze di Cristo *  e far risplendere agli occhi di tutti qual è l’adempimento del mistero nascosto da secoli nella mente di Dio, creatore dell’universo,

V. Perché sia manifestata ora, per mezzo della Chiesa, la multiforme sapienza di Dio,

R. E far risplendere agli occhi di tutti qual è l’adempimento del mistero nascosto da secoli nella mente di Dio, creatore dell’universo.

 

Inno Te Deum (p. 165).

 

ORAZIONE

O Padre, che hai suscitato nella Chiesa il beato Giacomo Alberione, sacerdote, per annunciare al mondo il tuo Figlio Via e Verità e Vita, con le molteplici forme della comunicazione, fa’ che, imitando il suo esempio, dedichiamo le nostre forze per portare il Vangelo a tutte le genti. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli.

V/. Benediciamo il Signore,

R/. Rendiamo grazie a Dio.

 

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