La PREGHIERA si può paragonare alla respirazione. Come il corpo cessa di vivere senza l’aria, così cessa di vivere l’anima priva di orazione. Non è necessario essere profeti; dal modo con cui si prega, si è assidui, raccolti, si conosce lo spirito, si conosce il buon cristiano, il buon religioso, il buon sacerdote… Se preghiamo abbiamo le grazie, e quindi viviamo bene! Sebbene si cada forse e ricada qualche volta, se si prega, si finirà col trionfare. Purché l’anima si ostini a pregare finirà col trionfare; ma ci vuole un’ostinazione che duri per tutta la vita: essere santamente ostinati.
La PREGHIERA è come il cibo per il corpo. Se uno non si nutre e comincia a saltare la colazione al mattino, poi il pranzo a mezzogiorno, la cena alla sera, che cosa potrà fare? Si sentirà stanco, senza forze e come potrà durare? Se poi prolungherà il digiuno, sappiamo che questo può diventare fatale, si muore di fame, perché il corpo non è nutrito. Così è per l’anima. Quando invece il corpo si nutre bene, la funzione della digestione si compie bene, allora il corpo è nutrito, ci sono le forze per lavorare, per pregare, per fare le varie faccende che riempiono la nostra giornata.