Il 20 aprile scorso ha raggiunto la casa del Padre presso l’Ospedale S. Eugenio di Roma (Italia) il Discepolo del Divin Maestro
FRATEL FRANCESCO PIETRO ROSSI
99 anni di età, 85 di vita paolina e 82 di professione religiosa
Fratel Francesco era il decano della Congregazione. Avrebbe compiuto un secolo di vita il prossimo 5 ottobre se la progressiva decadenza fisica, dovuta all’età, non lo avesse lentamente spento, costringendolo al ricovero in ospedale solo pochi giorni fa.
Nasce a Istrana, un piccolo paese in provincia di Treviso, il 5 ottobre 1920 da papà Giovanni e mamma Carolina Rosin. In famiglia si contano, oltre a lui, altri 10 tra fratelli e sorelle. La famiglia di origine è molto religiosa e laboriosa. La Prima Guerra Mondiale, che in quei luoghi, vicini alla famosa “linea del Piave”, ha conosciuto combattimenti di estrema violenza, si è conclusa da un paio di anni. Francesco, quindi, vede i natali e cresce in un tempo di pace, caratterizzato da una grande ma molto dignitosa povertà. È coetaneo di illustri figure, che hanno caratterizzato in modo rilevante l’Italia e il mondo intero nel secolo scorso: san Giovanni Paolo II, il regista Federico Fellini, l’attore Alberto Sordi, gli scrittori Isaac Asimov e Gianni Rodari, i giornalisti Giorgio Bocca ed Enzo Biagi.
Battezzato subito dopo la nascita, il 25 marzo 1928 viene cresimato nel duomo di Treviso dal Vescovo della città veneta, Mons. Andrea Giacinto Longhin, proclamato poi beato da papa san Giovanni Paolo II il 20 ottobre 2002. Entra in Casa, ad Alba, il 27 luglio 1934. Il parroco del santuario mariano di Conscio, il paese in cui la famiglia si è nel frattempo trasferita, ne elogia il carattere e la disposizione d’animo, presentandolo così a Don Alberione in occasione del suo ingresso: «Diligentissimo nell’imparare la dottrina cristiana, amante dello studio e anche indefesso lavoratore, senza pigrizia». Tutte doti che si “incastreranno” benissimo nelle 4 ruote del carro paolino e che continuerà a coltivare nel corso di tutta la sua lunga vita. Nei primi anni è occupato nella fonderia del piombo utilizzato per i caratteri della tipografia. Entra in noviziato, sempre ad Alba, il 19 marzo 1937. Tra i suoi compagni Discepoli del Divin Maestro si annoverano il futuro Venerabile fratel Andrea Borello, fratel Mario Celestino Rizzo, fratel Giuseppe Maria Tito Della Bartola e fratel Alfonso Maria Bernardo Panaro. Con loro emette i primi voti religiosi l’8 aprile 1938, assumendo il nome di Pietro. Il 20 marzo 1944, in pieno conflitto mondiale e con gli stessi compagni del noviziato, professa in perpetuo la sua consacrazione a Dio.
Fratel Francesco vive in Casa Madre fino al 1948, occupandosi con entusiasmo del lavoro nella cartiera, impegnata a produrre ogni giorno il quantitativo di materia prima necessaria per la stampa. Nel 1948 viene trasferito nella casa di Genova, aperta solo 3 anni prima per ospitare i locali dell’agenzia della Romana Editrice Film (REF), antesignana della San Paolo Film. Promuove in lungo e in largo nelle parrocchie e nelle sale cinematografiche dell’Arcidiocesi ligure i lungometraggi in catalogo. Ormai avviato in questo promettente settore apostolico, si trasferisce prima nell’agenzia di Milano (1951-1953) e poi in quella di Roma (1953-1962) per servire il popolo di Dio nel medesimo apostolato di diffusione. Nel 1962 torna ad Alba, impegnato nel nascondimento del grande magazzino di Casa Madre. Qui serve il Signore fino al 1971, quando è trasferito nella comunità San Paolo di Roma, chiamato a servire in tipografia: tra macchina piana, pedalina e brossura completa degnamente il suo curriculum apostolico fino alla chiusura definitiva della struttura, avvenuta nel 2002.
Sempre molto puntuale nella vita comunitaria, rispettoso di tutti, allegro di carattere, amante della Congregazione, fratel Francesco ha svolto l’apostolato con amore ed entusiasmo. Per questo è stato, nella testimonianza di diversi fratelli Discepoli, un vero modello di apostolo paolino, capace di trascinare tutti con la sua testimonianza silenziosa e operosa. Anche quando negli ultimi anni della tipografia, ormai prossimo all’80° genetliaco, ha prestato servizio come “jolly”, disponibile a qualsiasi servizio.
Non per questo ha trascurato la studiositas paolina: spesso andava ad assistere a conferenze e, dal 1981 al 1984, ha anche frequentato un corso di liturgia per laici presso il Pontificio Istituto Liturgico Sant’Anselmo di Roma. Formazione che ha sempre associato al servizio della carità, sia quando, circa dall’inizio degli anni ’80, è stato per lungo tempo ministro straordinario dell’Eucaristia presso il Centro Traumatologico Ortopedico (CTO) di Roma, sia nei quasi trent’anni in cui ha accompagnato, fin dai suoi esordi come esorcista della Diocesi di Roma (1985), don Gabriele Amorth nell’impegnativo ministero a favore delle anime disturbate dal demonio.
Un ultimo aspetto colpisce di fratel Francesco: si era preso l’incarico di ricordare nella Messa comunitaria quotidiana i Paolini defunti, i cui nomi prendeva dall’Agenda paolina, curando di ricordare, dopo averlo studiato, qualche particolare della loro vita per proporla brevemente ai confratelli. Un dono di memoria che ci è oggi di modello nel vivere la comunione spirituale tra di noi, pur tra le tante fatiche che comporta l’apostolato paolino, come anticipo dell’eterna beatitudine, promessaci nella Pasqua di Gesù che abbiamo appena celebrato.
Roma, 22 aprile 2020
Don Stefano Stimamiglio, ssp
Segretario generale
La sepoltura e la benedizione della salma di fratel Francesco avverrà oggi, mercoledì 22 aprile, alle ore 10 presso il cimitero Laurentino di Roma.
I Superiori di Circoscrizione informino le loro comunità per i suffragi prescritti (Cost. 65 e 65.1).