La realtà carismatica della Famiglia Paolina è una nuova “forza” evangelizzatrice all’interno della Chiesa. Quanto infatti il suo Fondatore, don Giacomo Alberione (1884-1971), ha trasmesso ai figli e figlie ha avuto origine in una concreta realtà sociale ed ecclesiale come quella di Alba (Italia) il 20 agosto 1914: egli, giovane seminarista, grazie ad una “luce particolare” ricevuta in un’adorazione notturna vissuta nel Duomo al passaggio tra il 1900 e 1901 capì che per “tempi nuovi occorrono nuovi apostoli”.
Non appena sacerdote, don Alberione ha cercato di mettere in pratica “subito” (AD, 2) le intuizioni e gli ideali che lo Spirito gli andava suggerendo dando risposte attente e mirate ai bisogni della Chiesa configurandosi nel tempo in un armonico piano pastorale di evangelizzazione.
L’annuncio del Vangelo, superando l’ambito ristretto della tradizionale predicazione orale, si aprì al mondo con una nuova missione, “l’apostolato della Buona Stampa”, che, seguendo i segni dei tempi, è divenuto un apostolato a tutto campo nell’ambito della comunicazione. A questa missione furono chiamati uomini e donne in una complementarietà di doni. Allo zelo sacerdotale della Società San Paolo, venne nel tempo “associata” la dimensione femminile, nelle sue molteplici forme, dapprima con le “annunciatrici” e “apostole”, le Suore Figlie di San Paolo, e poi (nella triplice espressione liturgico – eucaristica – sacerdotale) con le “sostenitrici” di chi annuncia, le Suore Pie Discepole del Divin Maestro.
La missione si è andata poco alla volta completando e arricchendosi di forme nuove, tenendo sempre come unico obiettivo quello di annunciare tutto il Cristo a tutto l’uomo e a tutti gli uomini. Sono nate così le Suore di Gesù Buon Pastore (le ‘Pastorelle’), per essere più vicine al sacerdote nella pastorale parrocchiale e diocesana; la Suore Apostoline con la missione di orientamento vocazionale della gioventù; gli Istituti Aggregati (i Gabrielini, le Annunziatine, l’Istituto Gesù Sacerdote e l’Istituto Santa Famiglia) in una missione di annuncio evangelico nei vari ambiti della società con la testimonianza della loro vita e nella collaborazione agli apostolati paolini. I Cooperatori laici, presenti fin dalle origini, completano la Famiglia, in questa vasta opera di evangelizzazione.
L’unità carismatica della Famiglia Paolina trae oggi nuova linfa e stimolo dagli inviti della Chiesa per una “nuova” evangelizzazione, che “obbliga” a rivedere strutture e metodi di evangelizzazione, inserendoci organicamente nell’azione pastorale della Chiesa. Siamo coscienti che tutte le attività apostoliche di Paolini e Paoline convergono in un unico e fondamentale fine: “Vivere e dare Cristo agli uomini del nostro tempo”. Il cammino che ogni paolino/paolina è chiamato allora a percorrere è quello di sempre più configurarsi a Cristo sulle orme dell’Apostolo Paolo giungendo come lui a dire: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me” (Gal 2,20).
L’unione con Cristo vissuta attraverso l’esperienza del Suo incontro e della Sua conoscenza fa sì che ciascun membro della Famiglia Paolina possa vivere e annunciare Cristo al medesimo tempo. Partendo quindi dalla nostra povertà e dal bisogno di testimoniare e di comunicare ciò che viviamo ogni giorno, ci facciamo portatori e portatrici di Gesù Cristo e del suo Vangelo, attraverso il carisma proprio di ogni istituto. Partendo dai presupposti di chiarezza e di rettitudine, di sincera ricerca e di gratuità, i vari fini convergono e si realizzano tenendo lo sguardo fisso sul Maestro e sul bisogno di verità di questo nostro mondo.
Non è un caso che le ultime parole registrate in un filmato dal Fondatore, quando ormai aveva consumato tutte le sue energie, furono le stesse pronunciate da Gesù: «… Padre santo, custodisci (e non custodiscili) nel nome tuo, coloro che mi hai dato, affinché siano una cosa sola, come noi.» (Gv 17,10).