PDDM Italia: Sr. M. Battistina Villella

Nazione di nascita: Italia
+ 19/07/2024 Roma

Carissime Sorelle,

oggi, 19 luglio 2024, alle ore 4:00, mentre la notte stava per concludersi il Signore Gesù ha visitato la Comunità B. Timoteo a Roma (Italia) chiamando definitivamente a sé la nostra sorella

Sr. M. Battistina – Menina Nerina Villella
nata il 14 febbraio 1936 a Gizzeria (CZ) – Italia.

Nata il Mercoledì delle Ceneri, la piccola viene portata al Fonte battesimale ad appena due giorni di vita: il 16 febbraio. Orfana di mamma in tenera età, Onorina – come familiarmente la chiamano – è affidata ai nonni paterni. Vive la sua infanzia e adolescenza tra i profumi dei campi, crescendo in un ambiente familiare di saldi valori umani, ricco di fede e di devozione mariana. Frequenta le scuole dell’obbligo, le piace cucire, ricamare e accudire alla casa; ma nel suo cuore cresce progressivamente il desiderio di “arrivare alla santità” e per questo accoglie, come vocazione, l’invito di entrare tra le Pie Discepole del Divin Maestro. Di grande sensibilità spirituale, scrivendo la sua storia vocazionale, racconta come la sua mamma – defunta – l’ha misteriosamente guidata nella scelta della Congregazione e l’ha confermata nel cammino della vita, tra le molte vicissitudini.

Viene presentata dal parroco, Don Alessandro, “un vero fiore del mio giardino parrocchiale” e il 13 maggio 1953, nell’anniversario della prima apparizione della Madonna a Fatima e vigilia della Solennità dell’Ascensione, entra in Casa Madre ad Alba (CN).

Terminato il regolare noviziato, il 25 marzo 1956, a Roma emette la Professione religiosa e, dopo cinque anni, il 25 marzo 1961, la Professione perpetua.

Per la sua generosità apostolica, unita ad un senso pratico spiccato e ad una grande attenzione alla vita e alle persone che le sono state prossime, durante gli anni ha assunto numerosi incarichi in diverse comunità in Italia, in particolare presso la Società San Paolo. Qui si è fatta amare e stimare per l’amore alla preghiera di adorazione eucaristica, per la stima verso le persone consacrate – sacerdoti e religiosi – per la giovialità e l’allegria con cui affrontava il quotidiano nella serena certezza che “Gesù è con noi e noi siamo con Gesù!”.

Nel 1964 è inviata missionaria a Barcellona (Spagna) e dopo quattro anni, nel 1968, ad Arpajon in Francia, in entrambi i casi, presso la comunità della Società San Paolo. Questa esperienza affina profondamente il tratto umano e spirituale di Sr. M. Battistina e, per la stima, l’affetto e la saggezza che dimostra nell’affrontare la vita, viene nominata – a più riprese – superiora locale: servizio che svolgerà quasi ininterrottamente dal 1976 al 2020 in numerose e diverse comunità in Italia.

Quando si dà inizio ad un nuovo servizio nella Casa del clero nella Diocesi di Fabriano – Matelica a lei è affidato l’incarico di superiora della nuova comunità che si propone di svolgere l’apostolato sacerdotale in forma pastorale unitamente alla cura domestica. è per Sr. M. Battistina un’esperienza nuova, che chiede a tutte di interpretare, secondo i tempi che cambiano, l’intuizione carismatica di Don Alberione, aprendoci a nuove dimensioni oltre l’ambiente della Famiglia Paolina. Non sempre capisce, ma aderisce di cuore, nell’obbedienza, a quanto richiesto dalle superiore maggiori e dal Vescovo, trasmettendo a tutti, con amabilità e spirito religioso, la cura e la stima per la persona dei presbiteri, per la spiritualità dei laici e delle persone che l’avvicinavano.

Le sorelle, i collaboratori laici e i confratelli paolini testimoniano di lei: la carità e la generosità, l’accoglienza verso tutti senza distinzioni. Aveva il tratto materno non solo verso i sacerdoti ma proprio verso tutti. Era capace di coinvolgere nella missione anche i laici: quando venne ricoverata all’Ospedale “Di Liegro” a Roma per la riabilitazione a seguito di un intervento chirurgico ha costatato che la cappella della clinica era chiusa da tempo. Lei, presentando motivazioni e impegno, è riuscita a riattivarla coinvolgendo molti, pazienti e personale sanitario, nella preghiera.

Oltre ad essere propositiva nei cambiamenti, sapeva adattarsi a ciò che non poteva essere cambiato: accettava con mitezza e dolcezza le avversità manifestando sempre il suo tratto gentile.

Era una suora sempre sorridente, solare, sollecita nella preghiera “al mattino già alle 5 era in cappella: era sempre la prima” ed era anche sempre disponibile e attenta alle necessità delle sorelle che le erano affidate, non trascurando neppure le piccole cose.

Soffriva di una grave cardiopatia e per complicanze postoperatorie ha concluso il suo pellegrinaggio terreno, confortata dai sacramenti dell’Unzione degli Infermi e dall’Eucarestia, circondata dalla preghiera e dall’affetto della comunità.

Cara sorella, ora che vivi in Dio, intercedi per noi, per la perseveranza nella gioia della vocazione. Che possiamo raccogliere la tua gratitudine e il tuo stupore: Sono trascorsi tanti anni da quando ho pronunciato il Sì al Signore, ma la gioia e la freschezza del mio amore sono rimasti intatti anzi sono maturati nel tempo, affinati dalle prove e dalle difficoltà. Dio, l’Amore, è entrato nella mia storia, nel mio cuore. È al Signore che, ho detto Sì e lo ringrazio infinitamente per tutte le meraviglie che mi ha fatto gustare.


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