Carissime Sorelle,
È da poco passata la mezzanotte di venerdì, il sabato 13 gennaio 2024, alle ore 00:35, nella Casa di riposo Komatsubara-EN di Hachioji –Tokyo, Gesù Maestro, come Sposo, si è presentato chiamando a sé la nostra sorella
SR. M. LUCIS – NOBU DOMENICA FUJIWARA
nata il 10 gennaio 1935 a Hirado shi, Nagasaki (Giappone).
Dai suoi documenti personali si comprende che la piccola Nobu è stata portata al Fonte battesimale la domenica 8 settembre 1934, ricevendo il nome cristiano di Domenica. Ciò testimonia che la priorità dei genitori era quella di dare alla neonata il dono del Battesimo, affinché il suo nome fosse scritto nel Libro della Vita, per il Regno dei Cieli. La registrazione nell’Anagrafe civile è stata effettuata appena i genitori sono stati in grado di viaggiare e presentarsi all’ufficio anagrafe per registrare la nascita della piccola: il 10 gennaio 1935. Nobu Domenica è la terzogenita di dieci figli, di una famiglia dalle tradizioni cristiane profonde e solide.
Nell’infanzia conosce il dramma della guerra e subisce le conseguenze nefaste delle radiazioni provocate dallo scoppio della bomba atomica su Nagasaki. Così per tutta la sua vita, pur nella generosità del servizio apostolico, dovrà sempre fare i conti con una salute fragile.
Lei stessa racconta la sua vocazione: «Fin da bambina, ogni volta che vedevo le suore in visita alla chiesa, desideravo diventare anch’io una suora. Anche le mie due zie paterne erano religiose, una delle quali era già entrata in un convento di Trappiste a Hokkaido, ma non l’avevo mai incontrata. Seguendo le orme di queste zie, le mie tre cugine si sono aggiunte una dopo l’altra. Le zie e le cugine, che mi conoscevano come una bambina fragile, invitarono mia sorella a unirsi a loro, ma non chiesero mai a me. Dopo il diploma, i miei coetanei andarono a lavorare, ma, avendo molti fratelli, mia madre non me lo permise: aveva bisogno di me per essere aiutata nelle faccende domestiche.
Io continuavo a pensare alla vocazione religiosa e un giorno in cui i miei genitori erano tutti insieme, mi feci coraggio e dissi loro che volevo andare in convento. In quel momento, mio padre disse subito: “C’è un monastero dove una persona come te potrebbe servire…”. Mia madre lo sentì e non disse nulla, ma un giorno, alla fine della Messa, non uscì di chiesa. Guardai dentro la chiesa e vidi che era lì e stava pregando. Mentre tornavamo a casa, la mamma mi disse. “Se desideri tanto la vita religiosa, prega prima di decidere. La gente giudica dalle apparenze, ma è Dio che determina la tua vocazione”. Incoraggiata dalle sue parole, pregai e aspettai il momento giusto. Nel frattempo, mio padre si ammalò e trascorse un lungo periodo in ospedale. Nonostante gli sforzi di mia madre per curarlo, morì all’età di 46 anni, lasciando dieci figli. All’epoca mia madre aveva 42 anni e la mia sorella più piccola aveva appena un anno.
Nel mio dolore, rimandai l’ingresso nella vita religiosa e mi occupai di tutte le faccende domestiche per aiutarla ancora di più di prima. Lì mi fu presentato l’apostolato delle Pie Discepole del Divin Maestro. Quando decisi che quella era la congregazione per me, mia madre
accettò senza esitazione. Mi commosse la sua fermezza e fui decisa a rispondere alla vocazione. Cristo mi ha scelto con le sue parole: “Vieni e vedrai, e capirai”. Voglio vivere in risposta all’amore che Dio mi ha mostrato, conservando la preghiera: “Negli uomini deboli si
manifesta la tua grande potenza e in quelli che camminano nelle tue vie risplende il tuo amore, che supera di gran lunga la sapienza umana” (Prefazio)».
Sr. M. Lucis trascorre la maggior parte della sua vita apostolica nel servizio sacerdotale in svariate comunità: Fukuoka, Seminario SSP, Yokohama, Tokyo Seminario SSP, Yokohama Azamino, ecc… Per il forte senso di responsabilità che manifesta riceve anche l’incarico di coordinare la comunità o di aiutare le maestre di formazione come assistente.
Nel 1981 le viene chiesto di disporsi a servire il popolo di Dio nell’apostolato liturgico: è molto grata di poter imparare la confezione di paramenti e talari nei laboratori di produzione ed è convinta che, se intrecciate da preghiera continua, le ore trascorse a cucire e a confezionare porteranno beneficio anche ai ministri ordinati che li indosseranno per il culto divino.
Presta il suo servizio nei laboratori delle comunità di Fukuoka DM, Osaka e Tokyo.
Scrive con convinzione: «Credo che i talenti posseduti da ciascuna delle nostre sorelle siano una benedizione di Dio e un tesoro della Congregazione. Pur coltivando con cura lo spirito di apprendimento, sono ben consapevole che si tratta di un apostolato che non deve rimanere sempre uguale, ma deve essere perfezionato attraverso la ricerca e l’acquisizione di competenze al passo con i tempi. Per fare questo, dobbiamo avere il coraggio di affrontare le sfide senza temere errori o fallimenti. Per noi c’è sempre spazio per il progresso. Spesso ci sentiamo limitati nel tempo e nelle forze per adempiere a molti ordini, ma in questi momenti lo spirito di aiuto reciproco, l’amore e la virtù di condividere le nostre forze l’una con l’altra rendono più facile ciò che sembra difficile e si risolvono i problemi. L’apostolato, che inizia con la preghiera e si realizza nella preghiera, è un ruolo importante affidatoci dalla Chiesa. Anche oggi siamo consapevoli di questa missione e, come membra che vivono e lavorano nella Chiesa, vogliamo contribuire con gioia».
Le sorelle sono unanimi nel lodare la pacatezza di Sr. M. Lucis e la sua conversazione umoristica e spiritosa. Non parlava mai in modo aggressivo, ma diceva ciò che andava detto con le parole giuste. Molte sorelle testimoniano che il suo sorriso, la sua tranquillità, il suo umorismo, la sua arguzia e il suo equilibrio erano il risultato dell’unione costante con il Maestro Gesù. Nonostante la sua infermità, lavorava con impegno nel suo apostolato del cucito e, con creatività, produceva una cosa nuova dopo l’altra.
Con il progredire della sua demenza nel febbraio 2020 entra a Komatsubara-En, una casa di cura speciale per anziani, vicino alla comunità DM di Hachioji. Qui riceve un’assistenza completa, con visite occasionali da parte delle sorelle. Dal modo in cui il personale la trattava si capiva che era una persona preziosa che faceva ridere le persone intorno a lei. Anche questa è stata una delle missioni da lei svolta: l’apostolato del sorriso.
L’8 gennaio, quando siamo state informate che le sue condizioni erano peggiorate, la Superiora provinciale, Sr M. Giuditta Tokuno, e la Superiora locale, Sr M. Loretta Omizu, sono andate a trovarla: lei ha reagito vigile e grata.
«Verso la mezzanotte si alzò un grido: ‘Ecco lo sposo, uscitegli incontro!’. Allora tutte quelle vergini si svegliarono e prepararono le loro lampade (Mt 25, 6-7)». Ti pensiamo così, Sr. M. Lucis, tra le vergini sagge con la lampada della tua vita consacrata accesa, dentro la sala del
Banchetto nuziale per la Festa della vita senza fine.