Carissimi,
nella memoria degli Angeli custodi, alle ore 16,46 nella comunità di Albano, è stata chiamata a lodare per sempre il Signore la nostra sorella
RANIERI ANGELA sr MARIA VENANZIA
nata a Bari il 27 agosto 1928
Quando entrò in congregazione, nella casa di Roma DP, il 5 ottobre 1947, era già una provetta tipografa presso una famosa stamperia barese. Ben presto si ritrovò a comporre, nella tipografia delle Figlie di San Paolo di Roma, il testo di sant’Agostino, “La città di Dio”. A conclusione dell’anno di noviziato, il 19 marzo 1950, emise la prima professione. E proprio il lavoro tipografico orientò, nella logica di Dio, tutta la sua vita. Infatti gli inchiostri usati per la stampa causarono una malattia della pelle per la quale, nel 1952, dovette essere curata nella comunità di Albano. E così, la casa di Albano divenne, per sempre, la sua casa: vi trascorse oltre settant’anni ininterrotti, conseguendo su indicazione del Fondatore, il Beato Alberione, il diploma di infermiera generica, di infermiera professionale, di capo sala. Raccontava sr M. Venanzia i sacrifici per ottenere una preparazione qualificata e nello stesso tempo non privare le sorelle dell’assistenza: tutte le mattine si recava presso il Convitto professionale dell’Ospedale San Giovanni e nel pomeriggio operava nella casa di cura che divenne in seguito l’Ospedale “Regina Apostolorum”. Nel corso degli anni, ha dato un importante contributo alla crescita dell’Ospedale come capo sala, responsabile del reparto accettazione, incaricata della farmacia.
Confidava con passione come avesse appreso una modalità inedita per vivere la vocazione paolina nella vocazione ospedaliera scoprendo nell’amore, la sintesi della vita. Ripeteva, con profonda convinzione, fino agli ultimi giorni, la certezza che l’aveva sempre accompagnata: «La sofferenza per la missione… Pregare e offrire perché la casa di Albano sia una casa di santificazione e per la santificazione, sia una casa di preghiera e di offerta». Nel suo cuore conservava bellissimi ricordi della vita di M. Tecla, specialmente dei suoi ultimi anni. Ricordava di essere stata presente in sala operatoria nel 1957, in occasione di un intervento chirurgico subito da M. Tecla e di aver aiutato a vestirne la salma dopo la morte.
Sr M. Venanzia raccontava con gioia l’esperienza di essere stata accompagnata da santi sacerdoti paolini, primo fra tutti, don Dragone. Condivideva con semplicità il suo impegno di «pura obbedienza nella volontà di Dio, gusto nel fare la volontà di Dio, gioia nella volontà di Dio». Scriveva: «Ho molta fiducia in Dio, sono nelle sue amate mani. È Lui che guida da sempre la mia vita. Ho tanto desiderio di integrare contemplazione e azione e di generare un profondo rapporto con Dio. Amo la mia congregazione e la mia comunità… Mi abbandono nell’immenso mare della misericordia di Dio».
In occasione del 60° di professione dava questa testimonianza: «Il dono della vocazione religiosa è grande ma ancora di più la perseveranza. Sì, la mia vita è quasi tutta trascorsa in questa comunità di Albano. Ma non sono mancate le occasioni per l’apertura missionaria e il progresso apostolico. Ho viaggiato in tutti i continenti con la preghiera e l’offerta. Non sono stata capace di fare cose grandi ma tutto quello che il Signore mi ha chiesto l’ho compiuto in unione a tutto l’apostolato della Famiglia Paolina. Ho amato la congregazione, la mia comunità come la mia famiglia. Grazie per tutto quello che il Signore ha voluto donarmi… per me, essere “Figlia di San Paolo”, è stato motivo di gioia e di orgoglio». E confidava che l’anno centenario era stato l’occasione per riaccendere la vita e comprendere a quale spiritualità mistica paolina siamo state chiamate.
Ricordava con ammirazione le parole del Fondatore riferite proprio alla casa di Albano: «Da questo colle… guardare il cielo… che si veda bene il cielo, il paradiso». Da questo colle albanense, da lei tanto amato, il Signore l’ha chiamata alla vita eterna, a quell’intimità tanto desiderata, a quella unione alla quale anelava tutta la sua vita. Con affetto.
sr Anna Maria Parenzan
Roma, 2 ottobre 2023