Carissime Sorelle,
Oggi, 24 aprile 2022, Domenica in Albis o della Misericordia, alle 2:00, nel cuore della notte, dalla Comunità Beato Timoteo a Roma, il Signore invita a celebrare la sua Pasqua eterna la nostra sorella
SR. M. GIORGINA – MARIA BUTANO
nata il 9 dicembre 1933 a Bronte (Catania).
Il paese da cui proviene questa sorella è noto per il pistacchio: un frutto piccolo ma gustoso. E facilmente si associa ai buoni frutti vocazionali di cui, negli anni precedenti, proprio da questa terra abbiamo goduto come famiglia religiosa!
Prima che si concluda il 1933 – Anno Santo della Redenzione – il 28 dicembre 1933 la neonata Maria è immersa nelle acque battesimali che la rendono figlia di Dio. Cresce in una famiglia numerosa – è la quarta di sei sorelle e di un fratello – profondamente cristiana che crea il clima favorevole alla sua scelta vocazionale. Per cui il parroco, alla richiesta di una testimonianza per l’ingresso di Maria in Congregazione, può affermare: «Il sottoscritto dichiara che la giovane Butano Maria di Antonio, di questa Parrocchia, socia da diversi anni nell’Associazione di Azione Cattolica di Maria SS.ma del Riparo, ha dato sempre prova di buoni costumi e di frequenza ai Sacramenti». In fede, Il Parroco Arciprete Luigi Longhitano.
Maria entra in Congregazione a Catania il 7 ottobre 1951, seguita più tardi dalle sorelle Sr. M. Guglielmina (defunta nel 1995) e da Sr. M. Francesca, attualmente ad Albano Laziale. Continua la sua prima formazione ad Alba e a Roma, dove, al termine del regolare noviziato, emette la professione religiosa il 25 marzo 1955. Nelle sue domande scritte per l’ammissione ai vari passi della vita consacrata, appaiono chiare, semplici ma essenziali, le motivazioni della sua scelta: «Conoscendo sempre meglio gli obblighi della vita religiosa, ed essendo sempre più contenta di averli abbracciati, chiedo con umiltà e fiducia di essere ammessa alla rinnovazione dei Santi voti religiosi tra le Pie Discepole del Divin Maestro» (14.1.1956). «Dopo cinque anni di professione religiosa ho avuto modo e occasioni di comprendere bene ciò che la vita religiosa richiede. Sono contenta e ringrazio il Signore di averla abbracciata e perciò chiedo coscientemente, con umiltà e fiducia, di essere ammessa alla Professione religiosa perpetua nella Congregazione delle Pie Discepole del Divin Maestro» (20.1.1960). Emetterà i Voti perpetui a Roma il 25 marzo 1960.
Nei primi anni dopo la Professione è in laboratorio di confezione o di guardaroba: ad Alba Casa Madre nel 1955, a Roma Casa Generalizia nel 1960, a Bari nel 1965, a Catania nel 1969. Nel 1972 per un anno vive nella comunità paolina a Londra. Frequenta la scuola di infermieristica e, nel 1973, ottiene l’attestato che la abilita all’esercizio dell’arte ausiliaria di infermiera generica. Pertanto dal 1973 al 1981 sarà infermiera a Roma nella comunità Regina Apostolorum, convalidando nel frattempo il diploma (1978). Nel 1981 è trasferita a Napoli Bellavista poi, nel 1986, a Napoli Divin Maestro e quindi a Genova nel 1997. Dal 1998 in poi ritorna a Roma nella comunità Regina Apostolorum svolgendo con carità e generosità il servizio di infermiera, fino al 2014 quando, per il declinare della salute, passerà alla comunità Beato Timoteo.
Quello che Sr. M. Giorgina non ha scritto sulla carta l’ha scritto nella vita delle persone con l’esercizio della sua carità servizievole. Non disdegnava il sacrificio per una visita alle inferme ospedalizzate in orari incomodi o qualsiasi altro impegno che comportasse sacrificio o un supplemento di generosità. Per vivere questo dono continuo di sé traeva forza dall’Eucaristia quotidiana nell’assiduità all’adorazione e nell’incontro con lo Sposo, abitualmente nelle prime ore del giorno. Non è un’impresa facile sintetizzare, seppure per sommi capi, la storia della sua “salute” vissuta dalla nostra cara Sr. M. Giorgina. L’attenzione alla sua salute fisica, già molto precaria fin dalla giovane età, si alternava, soprattutto negli ultimi anni di servizio, alla cura
delle sorelle della Comunità Regina Apostolorum in via Portuense (Roma): ricoveri ospedalieri, indagini di vario tipo, visite specialistiche sempre più frequenti.
Da qualche anno aveva lasciato il suo servizio per l’aggravarsi delle sue condizioni ma non era mai venuta a meno l’attenzione verso chi si trovava nel bisogno. Seppur immobile nel letto per lunghi anni manifestava sempre grande riconoscenza verso chi si alternava al suo capezzale nel prestarle ogni genere di servizio. Visse questi anni sempre con straordinaria pazienza e sensibilità, attenta all’invito alla preghiera e alla proposta di intenzioni da applicare alla sua sofferenza fisica. Amava cantare le lodi a Maria, la Madre di Dio, sia con le sorelle che la assistevano o da sola: la sua lode preferita era: “Andrò a vederla un dì”. Lo sguardo penetrante e vivace dei suoi occhi manifestava silenziosamente, ma con sincerità, la sua gratitudine e il desiderio di partecipazione.
Quando il Covid 19 ha fatto il suo ingresso nella comunità Beato Timoteo non ne è stata risparmiata dal contagio e, a causa del suo quadro clinico molto compromesso, questo ha contribuito al suo passaggio alla vita eterna. Il Signore Risorto, nell’ottavo giorno, nel cuore della notte le ha rivolto il suo invito a seguirlo e lei, come Tommaso, ha dato la sua risposta di fede adorante: Mio Signore e mio Dio!
Oggi, in questa domenica in cui per tradizione ricordiamo e preghiamo per le nostre novizie affidiamo alla sua intercessione queste giovani che vivono l’iniziazione alla vita consacrata tra di noi. Le chiediamo di ottenere per tutte l’esperienza gioiosa di incontrare il Signore della Vita e seguirlo con dedizione convinta!