Carissimi,
mentre si fa più intenso il cammino verso la Pasqua, ieri sera alle ore 21,45, nella comunità “Giacomo Alberione” di Albano, dopo un prolungato tempo di malattia, il Padre misericordioso ha attirato a sé la nostra sorella
SANTONICOLA WANDA sr MARIA REDENTA
nata il 17 agosto 1933 a Nocera Inferiore (Salerno)
La vita di questa cara sorella si può riassumere in un suo scritto del 1969, indirizzato alla superiora provinciale: «Non intendo proporre i miei desideri e preferenze. Sono certa che mi troverò bene nell’apostolato che mi affiderete, sono certa che il volere di Dio si trasmette attraverso la parola dei superiori. Da parte mia cerco di essere disponibile il più possibile».
Gioia, riconoscenza, disponibilità all’obbedienza, impegno nel compiere con il massimo impegno ogni ufficio, sono le caratteristiche che emergono con forza in questa sorella che ha arricchito la congregazione attraverso una donazione a tutta prova, culminata negli anni della malattia nei quali è stata chiamata a condividere il mistero pasquale del Cristo, a offrirsi come vittima, a immolarsi sull’altare del sacrificio per la salvezza di molti.
Entrò in congregazione nella casa di Roma, il 15 ottobre 1953. Dopo il tempo di formazione e un’esperienza apostolica vissuta a Cagliari, il 30 giugno 1957 emise nel Santuario “Regina Apostolorum” di Roma, la prima professione. Era l’anno dedicato dal Fondatore a San Paolo ed erano forti le sue sollecitazioni a «protendersi in avanti», a «guardare alla bella vocazione… Apprezzarla sempre più, viverla, sentirla»; a considerarsi come cooperatrici di Dio nell’opera di salvezza delle anime, essere postine di Dio, postine della Chiesa.
Portando in cuore la ricchezza di esperienze carismatiche vissute nella casa centrale della congregazione, trascorse a Messina il tempo dello juniorato, impegnata soprattutto nella diffusione della Parola di Dio presso scuole, parrocchie, istituti, collettività. Nel 1961 rientrò a Roma per prepararsi alla professione perpetua, emessa nella solennità di San Paolo del 1962. Ripartì poi per proclamare il Vangelo, con il consueto entusiasmo, a L’Aquila e nelle varie diocesi dell’Abruzzo. Dopo otto anni di missione molto intensa, fu chiamata in Casa generalizia per proseguire l’impegno diffusivo e soprattutto per prestare aiuto nel servizio di autista e commissioniera. Furono queste le mansioni che caratterizzarono i trentacinque anni seguenti, dal 1975 al 2010 quando la malattia la costrinse all’immobilità.
Era un’autista che non conosceva orari o giornate di riposo: sempre all’erta per donare il meglio di se stessa dapprima a Roma, nella casa “Divina Provvidenza” dov’è ricordata anche la sua opera presso il Centro “Ut Unum Sint”; poi a Livorno, a Napoli Capodimonte e dall’anno 2005 ad Albano “Giacomo Alberione”. Per qualche tempo fu inserita presso la portineria e il centralino della casa “Tecla Merlo” di Albano fino a quando, nel 2010, dovette fermarsi, in obbedienza al Padre che aveva predisposto per lei lunghi anni di silenzio e immobilità.
Colpita da una grave encefalopatia, ha sperimentato il progressivo irrigidimento di tutto il corpo che l’ha costretta a vivere in uno stato comatoso. Riusciva solo a deglutire e perciò a nutrirsi. La sua vita, unita al sacrificio della croce, è stata davvero immolata per il bene di molti. Il suo letto, avvolto in un misterioso silenzio, era il luogo della sua offerta quotidiana, dell’amen ripetuto incessantemente. Dalla sua esistenza, offerta in sacrificio di soave odore, si espande oggi il profumo del Vangelo, la fragranza di una vita versata senza risparmio, in un atto di puro amore.
Con affetto.
sr Anna Maria Parenzan
Roma, 5 aprile 2022