PDDM Italia: Sr. M. Lucia Bouché

Nazione di nascita: Birmania
+ 17/11/2021 Albano Laziale

Carissime Sorelle,

Oggi, 17 novembre 2021, ad Albano Laziale (Roma), nel cuore della notte, alle ore 02:00 è giunto lo Sposo per la nostra cara sorella

SR.M. LUCIA – BERNICE BOUCHÉ
nata il 14 settembre 1935 a Rangoon – Birmania (oggi Myanmar).

Di famiglia cattolica Bernice è battezzata nella St. Mary’s Cathedral di Rangoon il 23 settembre 1935.
La storia di questa sorella è un’icona della traversata del deserto del popolo di Israele e del dramma attuale di milioni di profughi, che oggi sono costretti a cercare rifugio e sicurezza in altre nazioni. Ripercorriamone le linee essenziali per lasciarci tra-sportare nel suo stesso canto di lode. Intervistata dai Fratelli paolini della casa di Vicenza dove si trovava, in occasione del suo 25° di professione religiosa così racconta: «La mia vocazione penso sia speciale. Sono stata profuga e se restavo nella mia nazione, la Birmania, forse non avrei mai incontrato la Famiglia paolina. È proprio un miracolo di Dio che mi voleva Pia Discepola. Quando sono fuggita in India con mio fratello e mia madre (mio padre, di origine di un’antica famiglia francese, non c’era perché era stato chiamato alle armi) ho sofferto molto. Infatti nella dura peregrinazione man-cavano i mezzi e le risorse necessarie per vivere. Quando siamo arrivati all’aeroporto più vicino l’avevano bombardato. Dopo un giorno di treno abbiamo dovuto continuare a piedi poiché tutte le linee ferroviarie erano distrutte. Da quando non abbiamo potuto più prendere il treno non avevamo nessun mezzo di sostentamento e nessun cambio di biancheria perché non avevamo la forza di portare con noi niente. Cibo non se ne trovava. Era possibile solo servirsi di qualche radice trovata nella foresta ed è proprio un miracolo di Dio che sia rimasta viva perché non ricordo di aver mai potuto mangiare a sufficienza per proseguire. Dopo aver camminato per diverso tempo mamma non ce la faceva più per la stanchezza e ci diceva: “Voi due andati avanti che il Signore manderà qualcuno ad aiutarvi. Io non ce la faccio più sto qui a morire”. Abbiamo trovato una capanna, lì ha piegato il capo ed è morta. Nel frattempo sono venuti due uomini guerriglieri della foresta, chiamati Nagas, che ci hanno alzati e ci hanno portato via con lo-ro. Ci hanno collocati in due baracche diverse. Erano tagliatori di teste e mi sembra che mio fratello sia stato ucciso così. Io intanto, avevo 8 anni, sono rimasta lì presso tale gente aspettando però da un momento all’altro la mia fine. Giunsero però alcuni del governo inglese e poiché conoscevano gli usi di quei guerriglieri, accortisi della mia presenza, mi portarono in India. Un fatto che mi è rimasto impresso è che la prima Chiesa che ho visitato in India era una chiesa tenuta dai padri Paolini. Sono poi vissuta per 12 anni in una comunità di suore Canossiane e proprio qui ho avuto modo di conoscere Don Alfonso Ferrero che frequentava spesso il collegio. Ogni tanto andavo a fare qualche passeggiata dai Paolini che erano ad Allahabad e talvolta mi fermavo anche qualche giornata. Ogni tanto incontravo Don Ferrero che mi parlava della vocazione paolina. Tra me dicevo: “Perché non posso anch’io dedicarmi a questo apostolato per servire tutta la Chiesa? Infatti penso che l’adorazione e la preghiera siano molto importanti per l’evangelizzazione”. Ho chiesto in seguito maggiori spiegazioni a Don Alfonso e dopo due anni sono arrivate le suore Pie Discepole in India. Ricordo ancora la prima volta che sono andata a fare loro visita. Sono rimasta impressionata dalla loro vita dura, ma le varie difficoltà non hanno influito nella mia scelta, attratta dalla preghiera. Ero convita che tale apostolato poteva aiutare i sacerdoti nella loro missione. Spinta da questa convinzione sono entrata in Congregazione il 23 gennaio del 1955».
In occasione del 25° anniversario della nostra presenza di Pie Discepole in India fa memoria del suo incontro con le Pie Discepole: «Ripensando alle meraviglie che il Signore ha fatto in questi anni di fede, di sacrifici, di donazione e di gioia si rinnova in me un senso di gratitudine. Rivivo i primi momenti della mia vocazione quando incontrai per la prima volta le Pie Discepole. …Ciò che consolidò la mia volontà e la mia vocazione in quel primo tempo fu l’esempio di gioia e di preghiera, di sacrificio e di spirito buono che le due suore vivevano con tanta semplicità».
Nell’agosto del 1956 viene in Italia dove farà il noviziato e quindi emetterà la prima professione a Roma il 25 marzo 1958. Emetterà i voti perpetui in data 25 marzo 1963 a Bombay oggi Mumbai (India) dove era rientrata nel 1960. Il servizio apostolico in cui si è qualificata e dove ha dato il meglio di se stessa è principalmente il compito di cuoca. Compie tale servizio a Mumbai poi ad Allahabad SSP. Nel 1971 è collaboratrice al Centro di apostolato liturgico sempre a Mumbai. Nel 1975 ritorna a Roma e dà la sua collaborazione al Centro Souvenir di San Pietro dal 1975 al 1982. Quindi per alcuni anni è cuoca nelle Case presso la Società San Paolo a Vicenza, a Bari e poi a Catania. Per due anni è a Firenze SMF (2005-2007). Quindi nel 2009 è a Torino DM, nel 2012 ad Albano quindi ancora a Torino nel 2014 e poi definitamente ad Albano, con disponibilità ad offrire aiuti fino a quando le sue condizioni di salute glielo consento-no.
Nel 2003 riceve il permesso di tornare per una settimana nella sua diletta patria, il Myanmar: «Andrò ospite dal Parroco della Cattedrale dove sono stata battezzata. Spero di seminare il buon seme anche nella mia terra nativa con la speranza che un giorno saremo lì con la nostra presenza per portare anche al popolo Birmano Gesù Maestro via e verità e vita» (a Sr. M. Laura Mancini, superiora provinciale).
La vita e il linguaggio di Sr. M. Lucia sono caratterizzate dalla gratitudine, nella consapevolezza che il Signore per lei ha fatto davvero grandi cose. Lo esprime ancora, quasi come sintesi della sua vita quando ricorda i 60 anni di professione religiosa, all’allora superiora provinciale Sr. M. Provvidenza Raimondo e al consiglio: «Deo gratias per tutto quello che avete fatto per rendere bello, meraviglioso il nostro 60° di Consacrazione religiosa. Il mio cuore è colmo di stupore e di commozione per la forte esperienza di amore, delicatezza di famiglia, che mi è stata donata da Dio Padre e dalla Congregazione. Ho veramente gustato la bellezza della nostra mirabile famiglia per ogni dono ricevuto. Desidero elevare un canto di ringraziamento e di lode: Ti canterò, con la vita, Signore e ti rendo grazie. Con il salmista faccio mio questo inno. Auguro anche a voi la gioia di una donazione fervorosa che si colma della Presenza di Dio e la comunica in bontà verso tutti. Unite nella fedeltà! Con affetto e gratitudine!» (29.06.2018).
Già sofferente da molti anni per problemi cardiaci e metabolici, in gran silenzio nel cuore della notte, ha raggiunto il suo traguardo: la patria del cielo dove potrà finalmente ricongiungersi ai suoi cari! È la prima Pia discepola ad essere tumulata nel cimitero comunale di Ciampino (RM) dove è in progetto una cappella funeraria per l’Istituto.
A Sr. M. Lucia Bouché, che visse con tanta fede e abbandono in Gesù suo Signore e Maestro, affidiamo le molte necessità della Congregazione che richiedono saggezza e discernimento!


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