Carissime Sorelle,
Oggi, 25 ottobre 2021, alle ore 17,40 è tornata alla patria del Cielo la nostra sorella
SR.M. JOSEPH – ANNA CAPRA
nata il 17 febbraio 1929 a Bene Vagienna (CN).
Anna entra in Congregazione ad Alba il 15 febbraio 1944. Compie ad Alba la prima formazione, nel periodo critico della nostra realtà istituzionale, ma con fiducia e abbandono nella persona del Maestro Divino di cui aveva colto una forte chiamata. Lì emette la Professione religiosa il 4 aprile 1948 e la Professione perpetua il 4 aprile 1953. Durante i voti temporanei compie il suo apostolato come cura del refettorio a Cinisello Balsamo poi ad Alba, presso le Case Paoline.
Dopo appena un anno dalla professione perpetua le giunge la proposta missionaria, che faceva già parte dei suoi sogni. La proposta era di andare ad iniziare la nostra comunità di Pie Discepole in India: richiesta che accoglie con molta gioia.
Il 31 gennaio 1954 Sr. M. Joseph Capra e Sr. M. Dorotea Bruno, compagne di noviziato e di missione, si imbarcano a Napoli, con destinazione finale ad Allahabad (India) dove c’è la comunità della Società San Paolo ad attenderle. Sbarcano a Mumbai il 13 febbraio e trovano ad accoglierle due sorelle Figlie di San Paolo. Nei giorni seguenti raggiunsero Allahabad: così l’inizio della nostra fondazione in India porta la data del 17 febbraio 1954. È il giorno in cui Sr. M. Joseph compie 25 anni! Un regalo di compleanno straordinario, davvero, secondo i progetti di Dio che ha per noi vie imprevedibili.
Sr. M. Joseph, durante il viaggio in nave, scrive un diario dettagliato di questa esperienza. Sottolinea la fraternità che si era creata sulla nave tra sacerdoti e religiose/i tanto che, per il 10 febbraio, vivono con sorpresa una Celebrazione Eucaristica solenne per la commemorazione dei trent’anni di fondazione delle Pie Discepole. Alla conclusione del suo diario si legge: «Ho scritto qualcosa: certo pochissimo di ciò che ho in cuore; certi sentimenti non si potranno esprimere mai. In Cielo leggeremo le pagine che quaggiù non possiamo scrivere. Avevo un mondo di cose, di persone, di idee: tutto ho voluto offrire a Gesù». Ora in cielo potrà trovare vita questo mondo interiore di sogni belli. Certamente i sacrifici vissuti in questo inizio di missione non furono pochi ma furono questi ad assicurare fecondità al seme seminato.
In un suo scritto manifesta l’amore che si è radicato nel suo cuore per l’India: «Sono andata anch’io lontana con Sr. M. Dorotea, ad Allahabad (India) e quando quella casa è stata chiusa mi si strinse il cuore: tante fatiche, tante sofferenze per nulla? Ma guardando la carta geografica dell’India che ho in camera, Allahabad è segnata da una piccola croce dorata: Mi sono detta: di là sono venute 14 vocazioni pddm in 7 anni, quindi non fu inutile. Di là è partita tutta la provincia Indiana!».
Rimane in India fino al 1961. Al suo rientro in Italia è destinata al Centro di Apostolato liturgico di Firenze. Nel 1964 è sacrestana nel tempio San Paolo in Alba (CN) per circa 20 anni dove ha particolare cura della bellezza e del decoro della Casa di Dio che ama con cuore di Pia Discepola. Nel 1985 va a Milano nel laboratorio di confezione. Dal 2001, a causa di molteplici patologie raccolte lungo il suo cammino è trasferita a Sanfrè, dove continua a rendersi utile secondo le sue possibilità.
Ha condiviso la vita e la missione di due fratelli sacerdoti, ognuno con un carisma particolare: P. Natalino, somasco, fondatore di una comunità terapeutica di giovani con dipendenze varie a Gorra (CN), che si definisce oggi così: «Non siamo un gruppo di persone che accolgono altre persone. C’è uno stile di vita che ci accomuna tutti, una grande famiglia che accoglie tutti». P. Natalino è defunto, non ancora cinquantenne, in un incidente stradale di notte mentre accompagnava un giovane. L’altro fratello, P. Giuseppe, salesiano, esorcista della diocesi, faceva costante affidamento alla preghiera della sorella su cui confidava e di cui lei si faceva carico, per la sua vocazione particolare a favore dei sacerdoti. Quando erano stati ordinati presbiteri i due fratelli hanno assicurato a Madre M. Lucia Ricci, allora superiora generale, il loro ricordo nelle Celebrazioni Eucaristiche apprezzando la Congregazione “così vicina e aperta ai problemi sacerdotali”.
Sr. M. Joseph aveva una grande sensibilità che si esprimeva in uno stile quasi poetico. Così a Madre M. Lucia Ricci scrive: «Vorrei dirle grazie in questo momento, anzi voglio dirglielo, perché sento che tutta la gioia che ho dentro l’anima è dono di Dio… La sola cosa che desidero è crescere nell’amore di Dio, fare con lui la più bella esperienza della mia vita e penso che tutte le altre cose vengono come seguito». I suoi messaggi, anche brevi, di ringraziamento hanno questa connotazione della gioia, nono-stante la sua lunga esperienza di infermità. Oggi potremmo vedere applicata in un certo modo la parola del Vangelo: «Donna, sei liberata dalla tua malattia» (Lc 13, 14).
Sr. M. Joseph, certamente ora glorifica Dio per tutte le grazie meravigliose sperimentate nella sua vita terrena! E presso il Maestro Divino, che potrà festeggiare con la Famiglia Paolina del Cielo, le chiediamo di intercedere perché il Consiglio di Istituto, appena concluso, porti i frutti spirituali e apostolici auspicati!
Mentre si sta concludendo il mese di ottobre, mese missionario per eccellenza, chiediamo insieme a Gesù Maestro che, l’esempio e l’intercessione di questa sorella pioniera nell’accogliere la sfida di andare ad abitare le periferie e affrontare con gene-roso coraggio la precarietà degli inizi, ravvivi in noi e nelle giovani generazioni la gioia della missione, affinché il Regno di Dio si diffonda nel mondo con frutti di giustizia e di pace.