Carissimi,
verso le ore nove di questa mattina, nell’infermeria della comunità di Alba, la Vergine Maria ha introdotto nel regno dei cieli la nostra sorella
CAMPARA sr RITA
nata a Zevio (Verona) il 4 luglio 1931
Alcuni anni fa, sr Rita venne colpita dal morbo di Parkinson che, unito a una bronchite cronica, è stato la causa del decesso. Ma fino alla fine è stata lucida, collaborante, capace di offrire le sofferenze legate a queste patologie. Tutta la sua vita è stata spesa nel silenzio, nella laboriosità, nel serio impegno apostolico, nella gioia della donazione. La più bella gratificazione era per lei la consapevolezza che attraverso la fatica del lavoro, la Parola di Dio poteva correre nel mondo.
Entrò in congregazione nella casa di Alba, il 23 settembre 1954, proprio nella memoria di Santa Tecla che in quegli anni si festeggiava con particolare fervore. Fu subito inserita nell’ufficio spedizione di Casa Madre ed ebbe poi la possibilità di una breve esperienza diffusiva nella diocesi di Genova.
Visse a Roma il tempo di noviziato che concluse con la prima professione, il 30 giugno 1958. E venne subito inserita nel reparto di legatoria dove apprese a confezionare i libri che uscivano dalla tipografia, un’arte che avrebbe segnato tutta la sua vita. Dapprima, per quasi vent’anni, a Roma, dove ebbe la possibilità di essere immersa nel clima fervente del Concilio Vaticano II, di rilegare i documenti che a mano a mano venivano emanati perché potessero invadere i centri apostolici e divenire luce per tutto il popolo di Dio. Collaborò con grande soddisfazione alla preparazione di collane molto apprezzate, quali le Opere dei Santi Padri, gli Atti e discorsi dei Papi, i documenti del Concilio, oltre a collane amene ed educative, a biografie, a libri di spiritualità, a moltissimi testi di catechismo.
Centinaia di giovani in formazione, hanno appreso ad amare la legatoria proprio guardando al suo esempio. Il locale d’apostolato si poteva realmente paragonare a una chiesa, dove si pregava in continuazione perché i libri che si andavano confezionando operassero nei cuori vere e proprie conversioni. I rumori delle macchine e del tagliacarte erano una musica cara al suo cuore.
Dopo una parentesi vissuta nell’Agenzia “San Paolo Film” di Torino e nell’assistenza delle sorelle ammalate nella casa provinciale di Via Vivanti (Roma), venne inserita ad Alba, nella comunità “Divina Provvidenza” e poi in quella denominata “San Giuseppe”, per proseguire il servizio nella grande legatoria che aveva imparato a riconoscere come una missione sacra.
Le sorelle testimoniano la sua donazione quotidiana, la laboriosità, l’essere una “donna di pace”, sempre gioiosa, sempre ottimista, sempre disponibile, sempre pronta ad aiutare e a mettersi a servizio di tutte, anche nell’ambito culinario. Le superiore che si succedevano, sapevano di poter contare sul suo aiuto e sulla sua riservatezza. La modalità apostolica che ne aveva segnato tutta la vita, aveva favorito in lei la crescita di una vera e propria “mistica”, nel desiderio continuo di «essere spogliata dalle potenze umane per essere forte solo della potenza di Cristo», come lei stessa scriveva alla superiora generale. Avvertiva il desiderio di «vivere nella perfetta gratuità, crescere nell’amore profondo, nell’amicizia con Gesù e nella gioia».
Da tempo, sr Rita si stava preparando all’incontro: come la sposa innamorata, come l’apostola fedele, era ormai pronta per ricevere la corona di giustizia, la corona della gloria che non appassisce (cfr. 1Pt 5,4). Con profonda riconoscenza la poniamo tra le braccia del Padre. Con affetto.
sr Anna Maria Parenzan
Roma, 5 dicembre 2020.