Carissimi,
alle ore 22,15 di ieri, nel reparto San Raffaele della comunità di Albano, il Signore ha invitato a godere per sempre le meraviglie della salvezza, la nostra sorella
PELLICANO CARMELA sr MARIA CARMINE
nata ad Archi (Reggio Calabria) il 12 dicembre 1938
La vita di questa cara sorella si può racchiudere in due espressioni pronunciate, con profonda convinzione, all’inizio e alla conclusione della sua “corsa” nella vita paolina. Prima della professione perpetua, nel 1969, chiedeva alle superiore di essere ammessa al grande passo, con queste parole: «Gustando sempre più la sublimità della vocazione paolina, ringrazio il Signore per questo grande dono… con animo colmo di gioia e il desiderio vivo e ardente della perseveranza finale nel bene e nella vocazione, rinnovo la promessa di fedeltà e la piena docilità ai superiori perché loro possano disporre di me come Dio vuole, sapendo vedere in tutto l’espressione della volontà di Dio». E solo qualche giorno fa, già gravemente ammalata, aveva rinnovato spontaneamente, con profonda consapevolezza, la certezza che aveva accompagnato tutta la sua vita. Con parole molto chiare, aveva così rinnovato la professione di fede: «Io amo il Signore, l’amo tanto tanto…».
Con vivo desiderio di bene, entrò in congregazione nella casa di Roma il 29 aprile 1961, superando nella fede alcune forti difficoltà opposte dai familiari che ben presto però riconobbero nella sua vocazione, un disegno impenetrabile della misericordia di Dio.
Dopo il tempo di formazione e un’esperienza apostolica a Palermo, visse a Milano il noviziato che concluse, con la prima professione, il 30 giugno 1964. Per alcuni mesi si dedicò all’apostolato itinerante nella casa di Livorno ma presto dovette essere accolta ad Albano, in quella che allora era una casa di cura, per l’insorgere di una grave malattia polmonare dalla quale, dopo circa un anno, fu dichiarata guarita. Venne trasferita per alcuni mesi nel clima salubre di Chiavari ma nel 1966 dovette rientrare ad Albano dove si prestò con generosità nel servizio del centralino e nell’assistenza delle sorelle ammalate. Ad Alba, in Casa Madre, trascorse alcuni mesi di preparazione alla professione perpetua e poi ritornò ad Albano. Nel 1974, poté inserirsi nella casa di Roma Castro dove esercitò il servizio di infermiera ma l’anno seguente era nuovamente ad Albano per proseguire la cura della salute.
Dal 1978 e per undici anni consecutivi, condivise con le sorelle della comunità di Roma Castro, l’intenso impegno apostolico e mise al loro servizio la competenza nel campo infermieristico che nel frattempo aveva acquisito. Nel 1989 si inserì definitivamente nella casa di Albano per svolgere il servizio di accoglienza e di prenotazione delle visite ambulatoriali presso l’Ospedale “Regina Apostolorum”. Era consapevole che il suo piccolo ufficio era la vetrina di quella struttura ospedaliera frequentata dal popolo dei Castelli romani ma anche delle zone più lontane della regione Lazio. Per tutti aveva parole di speranza, di conforto, di condivisione di situazioni fisiche, a volte difficili. Circa dieci anni fa, lei stessa dovette ritirarsi ed essere accolta nel reparto San Raffaele per curare una grave forma di cardiopatia e altre difficoltà annesse, tra le quali l’obesità. Lo scorso anno, la rottura del femore ha reso più critica la sua situazione: non potendo essere sottoposta a intervento chirurgico, si vide costretta a portare la croce dell’immobilità e, a volte, della solitudine. Continuava a invocare la presenza delle sorelle accanto a lei, non voleva essere lasciata sola…
In questi ultimi giorni si è andata aggravando per l’insorgere di difficoltà cardiache e polmonari che sono state la causa prossima della sua scomparsa. L’affidiamo alla misericordia del Padre con tanta riconoscenza per quanto ha donato e sofferto, per l’amore e il desiderio di bene che ha diffuso tra noi, nella sua famiglia, specialmente verso la sorella Mariolina e gli amici e i conoscenti che con frequenza la visitavano. Si aprano ora per lei le porte del convito nuziale del cielo nel regno della luce e della pace, e si realizzi quell’intenso e ardente desiderio da lei espresso in un corso di esercizi spirituali: «Voglio essere tutta Tua, soltanto Tua, sempre Tua, Tua sposa in eterno».
Con affetto.
sr Anna Maria Parenzan
Roma, 17 giugno 2020