Carissimi,
verso le ore 5 di questa mattina, nella comunità “Giacomo Alberione” di Albano, si è addormentata dolcemente nel Signore, la nostra sorella
MAURO CARMELA Sr MARIA EMILIA
nata a Olevano sul Tusciano (Salerno) il 14 febbraio 1925
Esprimendo la sua idoneità alla professione perpetua, la superiora della comunità di Napoli scriveva: «È una creatura che nel silenzio sa compiere bene il proprio dovere, donando completamente se stessa ogni giorno nell’apostolato e nel servizio verso le altre. È obbediente ed è di una sincerità cristallina». E realmente le sorelle che hanno condiviso la vita con sr M. Emilia, affermano con profonda convinzione, che era «la bontà personificata», una persona di pace che ha sempre cercato di vivere in comunione profonda con il Signore e ha diffuso nelle comunità tanto amore e un forte senso di appartenenza.
Entrò in Congregazione nella casa di Salerno il 29 ottobre 1945, a vent’anni di età. Dopo un tempo di formazione e di impegno concreto nella missione, visse a Roma il noviziato che concluse con la prima professione, il 19 marzo 1949. Subito dopo venne inviata a Taranto per la diffusione capillare e collettiva ma già nel 1951 si trovava a Napoli, la comunità che ha tanto amato, dove si è spesa e sovraspesa per oltre trent’anni consecutivi donando, nella locale libreria, tutta la ricchezza del suo cuore. E dopo Napoli, salvo un breve periodo vissuto ad Alba, visse altri trentasei anni a Verona.
Le diocesi di Napoli e di Verona sono testimoni della sua donazione non tanto dal bancone della libreria ma dalla “cassa”, da un luogo che a prima vista potrebbe apparire arido e freddo. La “cassa” è stata il luogo che lei ha saputo impreziosire con l’umiltà e lo spirito di povertà, con la bontà e la dolcezza, con la riservatezza e insieme la luminosità del suo spirito che traspariva dalla bellezza dello sguardo. La sua attenzione e capacità di accoglienza, attiravano le persone più semplici ma anche gli insegnanti, i sacerdoti che cercavano in lei una parola di sapienza e di speranza. E affascinavano le giovani che scoprivano nella sua testimonianza, una vocazione inedita, di forte sapore evangelico. Le erano penetrate nel cuore le parole del Fondatore che invitava a rendere le librerie «centri di luce, di amore, di preghiera», a santificarle «con il silenzio operoso, il portamento modesto, l’attenzione evangelica all’altro».
Nell’anno 2007, in seguito alla rottura del femore, dovette lasciare il servizio della libreria ma seppe fare questo distacco nella semplicità e nella piena disponibilità, accogliendo le proposte delle superiore come una nuova chiamata di Dio. Si dedicò con amore alla cappella e all’aiuto in cucina continuando a coltivare un profondo impegno spirituale e una forte intimità con il suo Maestro. In occasione dei settant’anni di professione, scriveva: «Di tutto lodo il Signore e ringrazio la congregazione per i tanti aiuti che ho ricevuto per vivere bene la mia vocazione paolina. Alla mia età l’impegno quotidiano è la preghiera e l’offerta per l’umanità e in particolare per la congregazione che in questo periodo si sta preparando a celebrare il capitolo generale. Il Maestro Divino mi aiuti a essere presenza di pace e di comunione con le mie sorelle».
Nello scorso mese di ottobre, dovette lasciare la cara città di Verona e venir trasferita in autoambulanza nella comunità “Giacomo Alberione” di Albano, in condizioni piuttosto gravi, a motivo di una caduta che le aveva provocato un’emorragia cerebrale. Ormai non parlava quasi più, nel silenzio si preparava a vivere quella vita nuova che il Signore le andava preparando, quei nuovi cieli e quella nuova terra dove si godrà e si gioirà, per sempre.
Con molto affetto.
sr Anna Maria Parenzan
Roma, 23 marzo 2020.