Alle ore 14.45 del 3 gennaio 2020 è deceduto nell’infermeria della comunità di Roma (Italia), il Discepolo del Divin Maestro
FRATEL MARIO GIUSEPPE BERARDI
88 anni di età, 69 di vita paolina, 62 di professione religiosa
Carattere schivo, abituato a lavorare sodo e parco di parole, fratel Mario se ne è andato come ha vissuto, senza fare troppo rumore.
Nasce a Manerbio il 5 febbraio 1931 da una famiglia numerosa di undici figli, composta da papà Piero, mamma Teresa, tre fratelli e sette sorelle, di cui una, sr. Lucia Imelda (defunta nel 2016) entrata nelle Figlie di San Paolo. Battezzato quattro giorni dopo nella chiesa parrocchiale di Manerbio dedicata a S. Lorenzo, Mario cresce frequentando le scuole del suo paese e vedendo crescere nel suo cuore il desiderio di consacrarsi a Dio. A 19 anni decide di entrare nella Società San Paolo. Varca le soglie della comunità di Alba il 4 ottobre 1950, inserendosi in fretta nell’intensa dinamica della vita comune paolina, costituita da preghiera, apostolato e studio.
Fin dall’inizio si manifestano quei tratti del suo carattere che contrassegneranno tutta la sua esistenza: serietà, laboriosità, dedizione assoluta all’apostolato fino ai limiti dello scrupolo, senso di responsabilità, pietà soda, umiltà e generosità, estrema riservatezza che a volte lo porta all’isolamento. La sua profonda introspezione e una forte sensibilità, caratteristiche attestate dai vari formatori nei primi anni della sua vita paolina, lo portano talvolta a chiudersi nel pessimismo, che riesce però a vincere adattando le sue notevoli capacità tecniche alle complesse situazioni apostoliche che è chiamato ad affrontare negli anni ’60 e ’70, epoca di grande e impetuosa crescita dell’apostolato.
Emette la prima professione religiosa ad Alba l’8 settembre 1957, confermandola in perpetuo lo stesso giorno di 5 anni dopo. La sua prima obbedienza lo chiama a fermarsi a Casa Madre in Alba, dove viene assegnato al reparto spedizioni dei Periodici. Qui, sfruttando le sue notevoli doti tecniche, sviluppa una macchina per impachettare più rapidamente le copie di Famiglia Cristiana, che arriveranno di lì a poco a raggiungere l’incredibile cifra di un milione. Si ferma ad Alba fino al 1967, quando viene trasferito al reparto brossura della Casa di Roma. Qui svolge il suo apostolato fino al 1982, affiancando anche fratel Giuseppe Giacomo Bortolotti nell’officina meccanica, dove può proseguire a sfruttare le sue abilità pratiche.
Successivamente viene inviato per cinque anni nella legatoria della Casa di Vicenza, prima di tornare nella brossura di Alba. È il luglio del 1987. In Casa Madre rimarrà fino al 1996, quando l’obbedienza lo chiama ancora a Roma, dove trascorrerà il resto dei suoi giorni fino al compimento della sua esistenza terrena.
A Roma, fino a quando la tipografia rimane aperta (2002), presta la sua opera in brossura. Successivamente si mette a disposizione per i tanti lavori di manutenzione che la Casa di Roma esige per il suo buon funzionamento. Per un certo periodo di tempo si dedica anche alla cura della nostra tenuta di Porta Medaglia, nella periferia sud di Roma.
Fratel Mario soffriva di fibrillazione atriale cronica e insufficienza renale cronica. La sua morte è stata decretata da un arresto cardiocircolatorio avvenuto nel primo pomeriggio del 3 gennaio nell’infermeria di Roma, seguito a un precedente ricovero presso l’Ospedale San Giovanni Addolorata di Roma a causa di una grave insufficienza cardiorespiratoria e un edema polmonare acuto, situazioni che non sono rientrate.
Chi è passato per il Comprensorio di Via Alessandro Severo non avrà potuto non notare questo religioso destreggiarsi in cortile per qualche servizio vestito in abito talare, segno esterno che voleva significare la sua grande fedeltà al carisma che ha sposato in giovane età e che ha sempre alimentato con il suo amore per il Primo Maestro, don Giacomo Alberione, che conobbe, ammirò e dal quale fu ammesso alla Professione perpetua. Ci congediamo ora da lui, in attesa di incontrarlo di nuovo nella vita eterna, citando dall’incipit del suo testamento: «Ringrazio Dio di avermi creato, fatto cristiano e chiamato alla vita religiosa. Protesto di voler morire nella santa Chiesa cattolica, apostolica e romana e nella professione di tutta la verità che essa insegna. Che Dio mi usi misericordia durante la mia vita, ma soprattutto nell’ora della mia morte».
Roma, 4 gennaio 2020
Don Stefano Stimamiglio, ssp
Segretario generale
Il funerale di fratel Mario avrà luogo il 6 gennaio 2020 alle ore 9,30 (ora locale) nella Sottocripta del Santuario Regina degli Apostoli in Roma. Le sue spoglie riposeranno nel cimitero Laurentino di Roma.
I Superiori di Circoscrizione informino le loro comunità per i suffragi prescritti (Cost. 65 e 65.1).