Carissimi,
questa sera, alle ore 17,25, nell’infermeria di Casa Madre, il Padre buono e misericordioso ha chiamato a vivere per sempre nella pace e nella gioia del suo Regno, la nostra sorella
AIMO MARIA sr ANGELA MARIA
nata a Gratteria di Mondovì (Cuneo) il 19 ottobre 1925
La vita di questa cara sorella è stata tutta un inno di lode e di riconoscenza. In occasione del cinquantesimo di professione, sr Angela Maria scriveva: «Sono entrata in congregazione, il 29 gennaio 1939. Guardando indietro negli anni, vedo solo tanta bontà di Dio verso di me, infinite grazie. Poteva il Signore essere più grande, più buono, più paziente con me?… Amo moltissimo la vocazione paolina. Sento che se dovessi scegliere oggi non dubiterei un istante nel riscegliere le Figlie di San Paolo. Mi sento realizzata in pieno. Non potevo avere di più… Soprattutto ringrazio per la vita missionaria…».
Aveva solo quattordici anni quando entrò in congregazione, ad Alba. Apprese con entusiasmo l’arte della tecnica libraria e divenne molto esperta soprattutto nella preziosa rilegatura dei libri di pietà. Dopo un tempo dedicato a diverse esperienze apostoliche, visse a Roma il noviziato che concluse, con la prima professione, il 30 giugno 1946. Da giovane professa, ebbe occasione di esercitarsi nella missione presso l’Agenzia San Paolo Film di Roma e le librerie di Salerno e Palermo. Considerando la sua maturità vocazionale, nel 1963 venne nominata superiora della comunità di Trapani. Al termine del mandato, era pronta per spiccare il volo verso altre mete, inaspettate, dove l’attendevano culture millenarie e nuovi popoli da amare. Per qualche mese, a Mumbai (India), insegnò alle giovani l’apostolato tecnico ma ben presto l’obbedienza la inviava nella comunità di Pasay City (Filippine) per continuare a formare le sorelle all’arte tipografica e soprattutto per trasfondere in loro la convinzione paolina circa la sacralità delle macchine e dei luoghi d’apostolato.
Nel luglio 1968, Sr Angela ricevette una nuova chiamata: recarsi a Lahore (Pakistan) per aprirvi una comunità e svolgervi il servizio di superiora. Con le altre sorelle missionarie, visse i tempi difficili degli inizi: ricercare l’abitazione, apprendere la lingua urdu, conoscere gli usi e i costumi di un paese ricco di popolazione e di molteplici etnie. Presto venne aperta la libreria per fornire alla minoranza cristiana ma anche ai musulmani, libri e materiale audiovisivo in inglese e urdu. Comprendendo la necessità di vocazioni autoctone, animò le sorelle ad avviare la pastorale vocazionale e l’accoglienza delle giovani. Nel 1972, si iniziava a Lahore il pre-postulato e tre anni dopo, veniva eretto il noviziato. Concluso il servizio di superiora, si dedicò alla libreria, diffondendo insieme alla Bibbia e ad altri libri formativi, il profumo della sua umiltà e semplicità.
Nel 1982, rientrò in Italia e fu subito chiamata a svolgere il compito di superiora nella comunità di Roma-Via Bosio. Ma il suo cuore vibrava per la missione. Al termine del mandato, accolse con gioia il nuovo trasferimento a Kampala (Uganda) dove oltre alle varie forme apostoliche, si impegnò nuovamente nel servizio di superiora. Nell’anno 2001, venne trasferita a Nairobi con il compito di assistente di formazione dedicandosi poi, con la consueta disponibilità e operosità, ad aiutare dove c’era bisogno. Le sorelle ricordano che anche dalla portineria trovava il tempo per piegare i “sedicesimi” stampati nella piccola tipografia locale. Nel 2007, lasciò la missione ad gentes: dapprima ad Albano e poi ad Alba continuò a rendersi utile nei mille servizi. Scriveva nel 2010: «Ho faticato a lasciare la missione che amo tanto ma è una grande grazia questo tempo di preparazione al cielo. Gli anni corrono veloci ma sono in tanta serenità e pace. Ho ricevuto tanto dalla congregazione! Sono felice della vocazione, felice di essere paolina. Poteva il Signore farmi un dono così grande? Non meritavo nulla, tutto è dono. Sono felice, orgogliosa di essere paolina… Come vorrei che tante giovani percepissero questa chiamata…».
Ha trascorso gli ultimi anni nel silenzio, nella docilità, nell’accoglienza di quanto il Signore stava disponendo. Da alcuni mesi, a causa di un ictus, la situazione fisica andava peggiorando. Ma certamente il Padre la preparava per divenire, per sempre, “sua proprietà particolare” e per far sorgere su di lei, “con raggi benefici, il sole di giustizia” (Cfr. Ml 3,20). Con affetto.
Sr Anna Maria Parenzan
Roma, 10 ottobre 2019.