Carissimi,
in questa solennità di San Giuseppe, patrono dei moribondi, alle ore 19,30, il Padre buono ha chiamato a sé, nell’infermeria della comunità “Divina Provvidenza” di Alba, la nostra sorella
CESTE MARIA Sr ZEFIRINA
nata a Costigliole (Asti) il 29 marzo 1931
Entrò in Congregazione nella casa di Alba, il 14 ottobre 1951, attratta dall’esempio delle sorelle Baldi (Ambrosina, Zefirina, Angelica), sue compaesane. In famiglia aveva appreso l’arte del cucito e fin dalle prime tappe di formazione, condivise questo talento prestando aiuto nella confezione degli abiti nella grande sartoria albese. Prima del noviziato, ebbe la possibilità di sperimentare l’apostolato itinerante nella comunità di Livorno e subito dopo la professione, emessa a Roma il 19 marzo 1955, continuò a percorrere le strade della Toscana con le borse colme di libri, mentre era inserita nella comunità di Massa. Di anno in anno, il giorno della rinnovazione dei voti era per lei motivo di grande gioia e riconoscenza al Maestro divino. Scriveva: «Sono sempre più contenta e sento sempre più la riconoscenza al Signore per avermi donato la vocazione paolina».
Nella solennità di San Giuseppe dell’anno 1960, emise la professione perpetua, a Roma, e si dedicò poi all’apostolato librario nelle comunità di Crema, Napoli Capodimonte, Chiavari.
Dopo una parentesi trascorsa ad Alba, venne chiamata a donare più esplicitamente il talento della sartoria nelle comunità di Torino-Gozzano, Genova, Alba “Dvina Provvidenza” e Alba “San Giuseppe”. E continuò a percorrere le vie dell’Italia non con le borse di libri ma con l’ago, il filo, le forbici per prestare aiuto nelle diverse comunità, specialmente nel servizio della sartoria. Amava la bellezza e godeva quando le consorelle erano vestite dignitosamente, con eleganza. E insieme all’arte del cucito, portava nelle comunità un soffio di serenità, di gioia, di pace, di buon umore, di laboriosità. La dolcezza, la generosità, la bontà, erano sue compagne inseparabili.
Scriveva qualche anno fa: «Quello che conta è vivere una vita serena e colma di riconoscenza al Signore per le tante grazie ricevute ed essere fiduciosa della sua misericordia… Ringrazio il Signore per essere Figlia di San Paolo. Sono stata sempre felice di poter offrire le mie poche capacità… avrei dovuto essere migliore e più riconoscente a tutti. Sono però fiduciosa nella misericordia di Dio che mi accoglierà in Paradiso con la Famiglia Paolina. Ho avuto la gioia di conoscere Don Alberione e M. Tecla e nel cammino ho incontrato tante sorelle, iniziando dalle sorelle Baldi, a tutte devo riconoscenza».
Circa due anni fa, iniziò a dar segni di demenza senile e venne accolta nell’infermeria di Casa Madre. Si chiedeva spesso: «Perché sono qui?», ma non riusciva a comprendere quanto le stava accadendo. Chiedeva ancora l’ago e il filo per continuare a lavorare: certamente la sua mente volava e forse, nella fantasia, confezionava bellissimi vestiti per le sorelle…
Da qualche giorno, soffriva per una tosse bronchiale che la soffocava anche a motivo della mancanza di ossigeno. E questa sera, dopo aver cenato, il Padre l’ha chiamata silenziosamente a sé. È giunto per lei il momento dell’ultima, eterna professione, dell’ultimo sì, al quale spesso si riferiva il Fondatore: «Dopo che in vita avremo sempre risposto sì al Signore, diremo poi l’ultimo sì alle porte dell’eternità» (FSP54, p 128). Attraverso questo ultimo sì, Sr Zefirina è entrata nel regno dei beati, per ricevere il premio promesso ai buoni apostoli e cantare, senza fine, le lodi del Signore.
Con affetto.
Sr Anna Maria Parenzan
superiora generale
Roma, 19 marzo 2018.