Carissime Sorelle,
Oggi, 3 novembre 2016, alle ore 02.00 della notte, quando il giorno comincia a spingere le tenebre verso la luce, nella nostra comunità di Albano Laziale (Roma), il Signore ha chiamato al Banchetto delle nozze eterne la nostra sorella
SR. M. ANCILLA – ANTONIETTA LECIS
nata il 25 marzo 1939 a Villamar (Cagliari).
Antonietta era entrata ad Alba, Casa Madre, il 10 settembre 1956. Proveniva da una famiglia semplice e ricca di fede in Dio. Dopo il Postulato in Alba, il 24 marzo 1958 entra in Noviziato a Roma e qui ha emesso la prima Professione religiosa il 25 marzo 1959, solennità dell’Annunciazione del Signore e giorno del suo compleanno, in un gruppo internazionale di 40 giovani sorelle. Nella sua richiesta di ammissione alla professione, indirizzata alla Madre generale, dichiara: “sento una gioia profonda della mia vocazione di Pia Discepola”. Questa gioia del Vangelo sarà una caratteristica della sua vita e missione anche nei tempi di prova e di sofferenza.
Il suo apostolato, fin dai primi giorni della vita religiosa, è stato un umile servizio in cucina, nel giardinaggio o nei refettori. Così è iniziata la sua missione nelle case paoline di Vicenza (1959) e Modena (1960). Dopo un breve periodo a Roma Portuense (1961) è inviata alla cucina di Centrale di Zugliano per poi tornare a quella di Roma Portuense (1963). Qui farà la Professione Perpetua il 25 marzo 1964. Nel 1965 sarà nuovamente nella cucina di Modena prima della sua partenza per la Repubblica Democratica del Congo (Africa) nell’ottobre del 1967 dove farà la cuoca presso i fratelli paolini di Lubumbashi. L’amore per l’Africa non si è mai spento in lei. Ne parlava come se fosse tornata ieri da questa missione. Scriveva infatti a Madre Lucia Ricci dopo aver ricevuto questa obbedienza: “Sono veramente contenta di partire in Africa. Offro tanto tanto volentieri le mie forze e dono con tanta gratitudine la mia preghiera e il mio sacrificio di rinuncia e quanto il Signore mi chiede in questo momento, per quella terra affinché veramente possa fiorire un bel giardino di belle vocazioni come il Primo Maestro e lei Madre Maestra desidera” (20.10.1967). Proprio durante la sua permanenza in Congo si è rivelata in Sr. M. Ancilla una forma severa di psicosi che ha determinato il suo rientro in Italia e quindi la sua lunga permanenza a Roma Portuense, in refettorio, dal 1971 al 2005 quando venne trasferita ad Albano. Questa notte, sentendosi male, ha bussato alla porta dell’infermiera e, tornata nella sua camera, un arresto cardiaco ha posto termine alla sua esistenza terrena.
Come i “piccoli del Regno” Sr. M. Ancilla, non si distingueva per doni particolari, ma aveva una bontà d’animo eccezionale. “Mite e umile di cuore” alla sequela di Gesù Maestro, raramente rispondeva con aggressività a chi le faceva delle osservazioni ma restava in silenzio. Era sempre generosa per i turni di adorazione e in portineria e pregava ogni giorno per le sorelle in autorità.
Com’era sua abitudine, per Pasqua e Natale mandava gli auguri alla Madre generale in carica. In uno di questi biglietti, scriveva a Madre Paola Mancini: “Certo la vita è stupenda quando si vive solo per Lui. Con la Croce, il dolore, sento tanta serenità e pace fino al profondo del mio cuore; sento tanta speranza e gioia anche quando mi sento male perché penso e cerco solo Lui. Mi dà fiducia e mi consola pensando che alla fine della vita farò un po’ di Purgatorio ma poi sono certa, che vedrò Lui, Gesù e poi Paradiso senza tramonto”.
Sr. M. Ancilla, grazie per il dono della tua vita semplice. Riposa in pace e prega per la Provincia Italia e l’intera Congregazione in cammino verso il 9° Capitolo generale.