Carissime sorelle
Alle ore 12.00 del 30 settembre 2009, nella comunità di Sanfrè (CN), Gesù Maestro ha chiamato a sé la nostra sorella
SUOR M. VERONICA – M. CATERINA FIORENTINA CREVANI
nata a Romagnese (Pavia) il 20 luglio 1914.
Entra ad Alba (CN) il 10 ottobre 1927, in giovanissima età: è presentata dal parroco come una ragazza di ottima condotta e di sicuro affidamento per il suo futuro di religiosa. Ricordando M. Scolastica lei racconta gli inizi della sua vita in Congregazione: “Incontrai Madre Scolastica nell’ottobre 1927, quando entrai a «S. Paolo» ad Alba. Mi ha accompagnata il fratello maggiore, Giuseppe, che, nel 1992, è deceduto negli Stati Uniti. Arrivati ad Alba, mio fratello, che già era stato qualche tempo alunno a S. Paolo e conosceva il luogo, mi chiese: «Andiamo a destra o a sinistra? A destra ci sono le Suore che studiano, a sinistra quelle che pregano e lavorano per i Sacerdoti». E io risposi subito: «Vado a sinistra»”. La sua vita ha realizzato nella quasi totalità questa premessa: pregare e lavorare per i Sacerdoti. Questa intenzione era una forza stimolante per le giovani Pie Discepole, innamorate della loro vocazione e felici di unire al quotidiano dispendio delle forze la preghiera sacerdotale di Gesù, assumendone le intenzioni.
Compie il noviziato ad Alba nel 1932-1933, quando Madre Scolastica è responsabile della formazione delle Pie Discepole, ed emette la Prima Professione il 18 agosto 1933. Trascorre i primi anni come Pia Discepola in Casa Madre ad Alba dove, tra i vari servizi svolge anche quello di autista. Era assai raro in quei tempi possedere la licenza di guida per una donna e per di più religiosa!
Negli anni 1930, in difficile crisi economica, mancavano molte risorse anche per l’andamento, sia pur modesto, della vita quotidiana. In Casa Madre, il numero di coloro che desideravano condividere l’ideale paoli-no proposto da Don Alberione, aumentava di giorno in giorno. Sr. M. Veronica, come tutte le Pie Discepole, formate e guidate da Madre Scolastica, si ingegna a produrre il necessario per vivere: pane, miele, ortaggi e frutta, cibo di ogni genere, anche il detersivo poiché non si disponeva di sapone sufficiente. I racconti che risalgono a questi tempi, e dei quali anche Sr. M. Veronica è protagonista, hanno il sapore dei Fioretti francescani. Traspirano di fede eroica, di generosità instancabile e di quella creatività che sboccia solo dalla libertà di amare e di servire totalmente il Divin Maestro, come è stato scritto: “Dal pane, alla moltiplicazione dei pani; dalla moltiplicazione dei pani alla pisside, piena di ostie consacrate – all’Adorazione eucaristica, la Pia Discepola è sempre nella sua vocazione tra liturgica, sacerdozio, adorazione di Gesù nel SS. Sacramento” (G. Barbero). Trasferita in Francia nel 1938, emette la Professione Perpetua a Parigi il 20 agosto 1939. In seguito torna ad Alba, in Casa Madre, e svolge vari servizi alla comunità della SSP. Vi rimane fino alla nuova destinazione che la porterà oltreoceano: il 21 ottobre 1947 giunge negli Stati Uniti con Sr. M. Ilaria Vaio.
Quando, si presenterà alla Sacra Congregazione dei religiosi lo stato personale con l’elenco delle Pie Discepole del Divin Maestro per chiedere l’approvazione pontificia (12 gennaio 1948), Sr. M. Veronica e Sr. M. Ilaria compongono la comunità di New York. Rimane negli Stati Uniti dal 1947 al 1954 e, al ritorno in Italia, la troviamo nelle comunità di Roma, Bordighera, Alba, Milano a svolgere diversi servizi. Non più giovanissima, nel 1983, l’attende una nuova missione: è inviata ad Arpajon (Francia) dove c’è una comunità apostolica della SSP. Per poco più di dieci anni, svolge con fede e amore il suo servizio ai fratelli paolini, sostenuta dallo spirito apostolico assimilato nei primi tempi, in Casa madre. Quando le forze cominciano a declinare per l’età, e la salute esige maggior cura, viene accolta nella comunità Divin Maestro di Nogent sur Marne (Paris), dove, in mi-sura possibile, dà ancora il suo contributo, fino al 2005, quando viene trasferita a Sanfrè (CN).
È ricordata per il suo carattere, deciso, forte, aperto al confronto con tutte, anche con i superiori. In tempi in cui l’obbedienza si esprimeva con il silenzio e la sottomissione sapeva con coraggio difendere la verità, e con umiltà riconoscere gli errori fatti. Ciò le fu spesso causa di sofferenza e di incomprensione, ma seppe con la preghiera e l’esame di coscienza quotidiano lavorare su se stessa per migliorare.
La salute è andata progressivamente aggravandosi in questi ultimi giorni, fino all’arresto cardiocircolatorio che ne ha causato il decesso. La comunità, in preghiera, ha accompagnato gli ultimi istanti della sua vita e, in questa comunione, continuiamo ad invocare per lei la pace e la gioia senza fine.