vi comunichiamo che alle ore 17 (locali) nella comunità di Nazca (Buenos Aires), si è addormentata dolcemente nel Signore la nostra sorella
BARBATI Sr ROMILDE
nata a Monchio (Modena – Italia) il 14 maggio 1910
Sr Romilde appartiene alla primissima generazione paolina essendo entrata in Congregazione ad Alba, il 10 ottobre 1924. Lei stessa raccontava di essere giunta ad Alba con l’intenzione di studiare ma di essere stata attratta dalla grande pietà e virtù che regnava in Casa Madre. Nel 1929 venne trasferita a Firenze con il compito di assistente della formazione. Per qualche tempo prestò aiuto nelle prime case filiali di Salerno e Bari e nel 1932 rientrò ad Alba per il noviziato che concluse, con la prima professione, il 20 agosto 1933. E subito dopo, il 14 ottobre 1933 partì per Buenos Aires dove raggiunse le prime sorelle che da pochi mesi avevano avviato la missione paolina in Argentina. Il suo inserimento in quella piccola comunità, permise di iniziare il lavoro tipografico con una rudimentale pedalina, un tagliacarte, una cucitrice. Nell’estrema povertà di mezzi, vide alla luce il primo bollettino, Il buon Angelo. Sr Romilde si prodigò senza risparmio affrontando difficoltà e sacrifici e ricoprendo ininterrottamente, dal 1948 al 1976, il servizio di superiora nelle comunità di Santa Fe, Rosario, San Miguel.
Nel 1976, probabilmente a motivo di difficoltà di salute, cominciò a dare segni di stanchezza e chiese di poter vivere senza il supporto delle strutture comunitarie. Le venne allora concesso dalla Congregazione Vaticana competente, un particolare indulto di esclaustrazione “ad nutum” per vivere i voti fuori dalla comunità. Ma Sr Romilde ha continuato ad essere nel cuore una vera paolina. Nel 1979 scriveva alla superiora generale: “Sempre prego per lei e per le sue intenzioni, Spiritualmente non è cambiato niente in me, anzi, è aumentato qualche cosa, un grande amore a San Giuseppe e ai moribondi per i quali prego continuamente. E’ stata la promessa che ho fatto a San Giuseppe, se interveniva con la sua potenza nella mia vita…”. E’ stata sempre fedele alla preghiera, agli orari, al programma quotidiano che aveva voluto sottoporre alla superiora generale. E ha sempre considerato un grande privilegio poter continuare a essere una consacrata paolina anche fuori dalla comunità.
Ogni attenzione da parte delle sorelle della Congregazione era per lei motivo di grande riconoscenza. Scriveva nel 1993, in risposta agli auguri per il suo sessantesimo anniversario di professione: “Pensare d’essere ancora nella lista delle Figlie di S. Paolo sia pure in retroguardia, mi ha riempito l’anima di consolazione. …