PDDM Italia: Sr. M. Romana Frigerio

Nazione di nascita: Italia
+ 30/07/2008 Cinisello Balsamo

Carissime Sorelle
Nella notte che si affacciava al 30 luglio 2008, alle ore 3, quando le tenebre sono vinte dal sole che sorge, il Signore è passato nuovamente nella nostra Congregazione e ha trapiantato nel giardino della vita eterna la nostra sorella:

SR. M. ROMANA – NATALINA FRIGERIO
nata a Cornate D’Adda (Milano – Italia) il 17 settembre 1922.

Ieri sera, come tante volte in questi ultimi anni, era stata ricoverata d’urgenza all’ospedale Bassini di Cinisello Balsamo, a causa di un grave scompenso cardiaco che è stata la causa della sua morte. Ha affrontato il suo esodo definitivo, da questo mondo al Padre, in piena consapevolezza.
Sr. M. Tecla Mancosu che l’accompagnava le ha chiesto: «Sr. M. Romana, ti sei accorta che ti sei incamminata per il ritorno?» A questa domanda lei ha risposto con l’ultimo «sì» di una lunga catena della sua vita di Pia Discepola, divenuta casta, povera e obbediente per amore di Gesù Maestro. Con lucidità ha avuto il dono di ricevere il Sacramento dell’Unzione degli infermi amministrato dal Cappellano dell’ospedale che le ha dato grande serenità. Per salutare e congedarsi da questo mondo con gratitudine, ha spalancato le braccia dicendo a Sr. M. Tecla: «voglio abbracciare te e tutte le suore». Così si è avviata al grande ritorno a casa, soffrendo l’alternarsi di crisi cardiache sempre più gravi, fino all’ultimo respiro.
Le sue ultime ore sono state circondate da un clima di sacralità e di rispetto anche da parte del personale ospedaliero che si avvicinava al suo letto, per le cure necessarie, senza disturbare la preghiera. Sembra una conferma della missione liturgica che Sr. M. Romana ha coltivato con grande amore nei Centri di Apostolato Liturgico, per lunghi anni.
Natalina Frigerio era entrata in Congregazione ad Alba (CN) il 25 gennaio 1942, all’età di vent’anni. Terminato il Noviziato emette la Prima Professione ad Alba il 25 marzo 1944 e, dopo lo juniorato trascorso nelle librerie di Ivrea e di Fossano, emette la Professione Perpetua nel 1949.
Passato il periodo travagliato dell’approvazione della nostra Congregazione, nel 1948 Sr M Romana viene destinata al laboratorio di confezione, ad Alba. Nel 1950 viene trasferita al Vocazionario paolino di Roma e nel 1952 comincia, con la sua presenza al Centro di Milano – San Vittore, il suo servizio ai Centri di Apostolato Liturgico che durerà fino all’esaurimento delle forze, con qualche intervallo.
Infatti la troviamo portinaia nella nascente casa generalizia di via Portuense, dal 1954 al 1959 e ancora portinaia e sacrestana nella casa madre di Alba dal 1959 al 1964, occupandosi anche del Centro interno. Nel 1964 l’obbedienza la invia a Roma come collaboratrice del Centro di Apostolato Liturgico di S. Maria Maggiore, nel 1969 al Centro di Genova. Dal 1975 da il suo servizio nella comunità di Milano RA e nel 1979 a Nogent sur Marne (Francia). Dal 1980 al 1987 la ritroviamo al Centro Liturgico di Firenze.
Nel 1997 per motivi di salute viene inviata a Cinisello Balsamo come portinaia e nel 2000 segue tutta la comunità delle anziane trasferite a Sanfrè durante la ristrutturazione della casa. Anche a Sanfrè si ripetono le sue crisi cardiache ma resiste e ritorna a Cinisello nel 2006 per consumare la sua offerta e consegnarsi all’amore eterno di Dio, purificata dalla sofferenza e riconciliata con i limiti della sua malattia che la costringevano al riposo. L’inattività era una croce per lei.
Persona laboriosa e svelta, amava l’apostolato e la vocazione. Scriveva a Madre Paola nel 2004: “il suo richiamo a vivere in offerta d’amore aumenta in me il desiderio di rendermi capace, cosciente, nella piena adesione alla volontà di Dio. Provo tanta gioia di essere Pia Discepola e di appartenere alla Famiglia Paolina. Grazie di tutto il bene che ricevo e grazie per il sostegno da parte delle sorelle infermiere sempre pronte ad aiutarci”.
Sr. M. Romana, riposa in pace e prega per noi perché in quest’anno speciale che la Chiesa dedica all’Apostolo Paolo, possiamo perseverare fino alla morte nella fede del nostro Battesimo e nell’apostolato eucaristico liturgico e sacerdotale.


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