Oggi, 1° giugno 2008, alle ore 17.15, nella Comunità di Sanfrè (CN), è stata chiamata a partecipare al gaudio eterno la nostra sorella
SR. M. CELSA – CELESTINA TARICCO
nata a Narzole (Cuneo), il 26 marzo 1921.
La sua famiglia trascorse come emigrata un periodo in Argentina. Infatti Celestina risulta cresimata nella diocesi di Buenos Aires. Entra in Congregazione ad Alba il 16 agosto 1939 e, dopo il noviziato, emette la prima professione il 6 aprile 1942 e i voti perpetui, alla stessa data, nel 1947 sempre ad Alba, subito dopo l’approvazione diocesana della nostra Congregazione. Proviene dallo stesso luogo natale del Maestro Giaccardo e ciò la rese particolarmente sensibile a tutti gli eventi che riguardavano la vita del Beato. “Il Signor Maestro! Un santo che abbiamo conosciuto! …Anche a Narzole vogliono tanto bene al Maestro Giaccardo; a quanto pare fa tante grazie, la gente lo invoca con tanta fede” (1.12.1991). Come giovane fu definita: semplice, intelligente, silenziosa, timida. Nella sua persona esprimeva bene quella solidità di cui ci parla il Vangelo di oggi, come di chi ha costruito la sua casa sulla roccia. La pioggia e i venti non sono mancati nella sua vita ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia (cf Mt 7, 21-27). La sua era una vita edificata sulla roccia della parola di Dio e perciò capace di resistere salda nella fede (cf colletta).
Compì la sua missione in varie comunità. All’inizio (1942-1946) condivise la diffusione del Vangelo, specie in Aosta e a Ivrea. Quindi le fu affidato il ministero nelle case paoline, in laboratorio o in cucina, ad Alba, Milano, Roma. Dal 1954 al 1959 fu al Centro di apostolato liturgico a Milano. Ritornò poi ad Alba e dal 1965 a Sanfrè, come preziosa ricamatrice a macchina per diversi anni. Dedicò anche particolare attenzione ai viali e al bosco che circondano la casa e alla cura dell’orto. In vari scritti a Madre M. Lucia ripete che per lei Sanfrè fu un luogo di speciale grazia e sottolinea pure il cammino di conversione compiuto nel tempo:“Io sono e mi trovo in una grande pace interiore, frutto della grazia di Dio che porto in me e cerco di conservare con l’aiuto di Maria SS.ma, mia unica speranza. Sono passata, durante la mia vita, per vie molto scabrose, perché resistevo alla voce di Dio che mi spingeva al bene,
volendo fare di testa mia e così davo continue testate. Posso dire, con S. Agostino: «tardi ti ho amato, mio Dio!». Ma tu, o mio Dio, abbi pietà di me e salvami. Voglio spendere il restante della mia vita per la gloria di Dio, nell’umile servizio per la mia congregazione e perché la casa di Sanfrè diventi davvero un faro di luce. La pace di quel luogo mi è stata di molto aiuto per ritrovare me stessa e così spero lo sia anche per altre come me” (Camaldoli, 15.3.1985).
”In questa casa ho acquistato tanta pace interiore. Io lo attribuisco all’aiuto di Maria SS.ma, che qui è Madre e Regina. Questa è la sua casa, casa di Loreto” (1.12.1991).“La mia vita religiosa non è stata tanto facile, con il mio carattere troppo sensibile e impaziente. Però la Madonna non mi ha mai abbandonata. Certo che ho passato dei momenti terribili, ma ora mi trovo in una grande pace. E devo ringraziare tanto la Madonna e non stancarmi mai di pregarla” (26.5.1992).
Sr. M. Celsa irradiava di fatto una grande pace a quanti avevano possibilità di avvicinarla in questa ultima fase della sua vita, segnata da anni di immobilità, dal declino progressivo delle condizioni generali fino al compimento. Ha realizzato la vocazione più importante per noi discepole: “essere piccole vittime unite a Gesù Ostia, in unione con tutti i sacerdoti!”.
Abbiamo cominciato il mese di giugno e ci apprestiamo a iniziare, un anno dedicato a San Paolo. Il Divin Maestro ci offre come richiamo il cammino compiuto dalle sue discepole per arrivare a essere totalmente sue, cammino segnato spesso da conversione come fu quello di Paolo. Sr. M. Celsa, continua a invocare per tutte noi un cuore apostolico come quello di Maria e di Paolo!